Nel match che avrebbe dovuto consolidare il quinto posto, i Tigers hanno regalato due quarti a un Monthey in giornata di grazia e si sono inchinati 100-86
Doveva essere la partita che avrebbe garantito o perlomeno dato solidità al quinto posto dei Tigers e invece il match dell'Elvetico per il Lugano si è rivelato un tonfo senza costrutto, terminato 100-86 in favore del Monthey. Un primo tempo da incubo, con due quarti finiti con l’identico punteggio di 19-32, per un totale di 38-62. E non contro una prima della classe ma contro una compagine vallesana che, grossomodo, sta nelle stesse condizioni dei bianconeri in fatto di finanze, uomini e potenzialità.
Poi è vero che gli ospiti hanno avuto una felice giornata al tiro nei primi due quarti di gara, con 9/13 dai 3 punti e 15/22 (68%) da 2, ma di ciò possono anche ringraziare l'atteggiamento da belle statuine dei bianconeri in difesa: prendere 100 punti da una squadra che mediamente ne realizza 74, è tutto dire... E questo senza addossare specifiche colpe ai giovani schierati da coach Cabibbo nei primi due quarti, prima di lasciarli praticamente sempre in panchina nella seconda parte della gara. Ossia quando i Tigers hanno cominciato a giocare a basket, difendendo bene, attaccando con criterio e risalendo dal -26 al -11 (59-70 al 5') grazie a un parziale di 19-5. Ma quando già si pensava a completare la rimonta, visti i limiti degli ospiti, tre palle perse in modo assurdo hanno ridato fiato agli avversari (tornati sul 62-77 al 7’), prima di un colpo di coda dei padroni di casa (68-79 al 30’).
Ultimo quarto con il Lugano a recuperare fino al -8, (81-89 al 6’) ma poi alcune sbadataggini e un tre su tre dalla lunga distanza dei vallesani hanno segnato l’86-100 finale. Al netto di tutto, va detto che i ticinesi hanno sprecato troppo nei primi 20 minuti, con Nikolic a prendere i primi 2 punti dopo 7 minuti, lui che è il top scorer della squadra. Abulici gli altri, fatta eccezione per capitan Steinmann, qualche spunto di Jackson, fuori fase Aw con 6/14: ma il Monthey è volato lontano a suon di triple senza faticare troppo e ha vinto con merito.
«Abbiamo perso di squadra – commenta un deluso Salvatore Cabibbo a fine gara –. Non è certamente colpa dei giovani se siamo sprofondati dopo due quarti. Poi ci siamo ripresi ma recuperare 26 punti non è una cosa facile. Abbiamo avuto due o tre occasioni per tornare a due possessi, ma le abbiamo sprecate. Loro hanno avuto una giornata di grazia al tiro e ne hanno beneficiato».
In sintesi, il Lugano che viaggia verso il finale di stagione è questo (pur lamentando l’assenza di Stevanovic) e si è visto come sarà opportuno dare ulteriore fiducia ai vari Kovac, Mina, Togninalli e Dell’Acqua, giovani che devono essere parte della ricostruzione.