La nigeriana, estromessa dai Giochi di Tokyo per un test positivo all’ormone della crescita, deve rispondere di un nuovo controllo effettuato nel mese di giugno
Piove sul bagnato per la nigeriana Blessing Okagbare. Sospesa per utilizzo di ormone della crescita il giorno delle semifinali dei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo, si è vista contestare un controllo positivo all’Epo per un test effettuato prima dei Giochi. Tra le outsider dei 100 metri, la vicecampionessa olimpica 2008 del salto in lungo era stata sospesa in via provvisoria ed esclusa dalle Olimpiadi proprio prima della semifinale della prova regina, lo scorso 31 luglio. In un controllo fuori competizione effettuato in Slovacchia, era stata trovata positiva all’ormone della crescita. L’Unità di integrità dell’atletica, che ha dato notizia del nuovo caso di positività, ha precisato in un comunicato che il controllo era stato effettuato, sempre fuori competizione, lo scorso 20 giugno in Nigeria. L’organismo indipendente, che dal 2017 è incaricato della lotta antidoping, accusa la Okagbare pure di una terza violazione al regolamento, in quanto si sarebbe rifiutata di collaborare durante l’inchiesta: la 33enne velocista non avrebbe fornito “una serie di documenti essenziali, di archivi e di hard disk”. L’atleta continua a negare qualunque addebito e il caso verrà portato davanti al tribunale disciplinare.