Nella riunione di Ascona Marzio Franscella soccombe a Celso Neves (abbandono all'ottava ripresa). Bel successo ai punti (verdetto unanime) di Ricardo Silva
Questa è la boxe. Lo ha detto Marzio Franscella battuto da Celso “el fenomeno” Neves, neo campione svizzero supermedi. Il 32enne ticinese sabato da Ascona ha conosciuto l’amarezza della prima sconfitta della carriera da “pro” dopo dieci incontri senza macchia. Lo ha fatto capire anche Ricardo Silva, vittorioso ai punti contro il serbo Sladjan Dragisic in un match per lui “fuori categoria”, in quanto il rivale appartiene a una categoria di peso (o due) superiore a quella del ticinese campione svizzero pesi welter. Un rischio che ha deciso di correre, come aveva spiegato "Richi" in sede di presentazione, in virtù di una superiorità tecnica palese che l’ha condotto al successo nonostante la differenza di peso con l’avversario e un fugace passaggio “al tappeto” che ha rischiato di compromettere un match in seguito molto ben gestito.
Questa è la boxe, si diceva. Forse non nella sua giornata migliore, Marzio ha dovuto soccombere ai colpi del pugile di origini portoghesi che lo aggredito fin dalle prime schermaglie facendo subito capire di quale pasta fosse fatto. Che sarebbe stato un match complicato, era chiaro a tutti anche prima che andasse in scena. Che Franscella finisse un paio di volte al tappeto e fosse costretto (saggiamente) a gettare la spugna all’ottava ripresa era invece più difficile da pronosticare. Ma la boxe è anche questo. La boxe è rispetto, e Marzio ha reso onore alla superiorità del rivale, non accampando alibi alcuno, come si compete a un campione di sportività che si era preparato molto bene per un match che ha, tutto sommato, semplicemente perso. Perché la boxe prevede anche questo.
Capacità di adattamento
La boxe è lotta, tempra, capacità di resistere. E di adattarsi. Ricardo in questo esercizio, è stato maestro: un taglio alla fronte in uno scontro fortuito alla fronte già nella prima ripresa, il sangue copioso che gli invadeva il viso impedendogli una visuale nitida, un colpo ben assestato da parte del serbo che ha fatto valere tutta la propria potenza. Ha rischiato, "Richi", ma ha reagito. Un pugile non molla, un pugile resiste, ha commentato il 32enne acclamato, lui come il beniamino di casa Franscella, dai calorosissimo cinquanta privilegiati che hanno avuto accesso alle Palestre Nuove, sede della ripresa dell’attività pugilistica a livello professionistico. "Richi" il colpo lo ha subìto, ma ha incassato ed è ripartito. Non ha potuto fare nulla di quanto aveva preparato, ma di colpi ne ha messi a segno tanti. Verdetto unanime e vittoria che non fa una grinza e lo ripaga degli sforzi compiuto in una preparazione un po’ sommaria, affrettata ma eseguita con la passione di chi agli appuntamenti ci sa arrivare nella maniera giusta, potendo anche contare sul supporto di due che il pugilato lo conoscono, Giovanni Laus e Federico Beresini.
La boxe è lotta, è resistenza: Marzio lo sa benissimo, ha lottato e resistito finché ha potuto finché ha avuto un senso farlo, prima di abdicare di fronte all’ennesimo colpo ben assetato dall’avversario. Encomiabile, la sua attitudine sul ring, ma non è stata sufficiente per venire a capo di un avversario completo e dalla mano decisamente pesante. Della sconfitta, Marzio posta segni evidenti sul volto. Quelli nel cuore si vedono meno, ma sono graffi che bruciano, anche quelli. Sognava un altro tipo di rientro, ma, come lui stesso ha riconosciuto con la sportività e la pacatezza che lo contraddistinguono sempre, questa è la boxe. Questo è lo sport.