Il professionista ticinese sul ring della ‘Faido Boxing Night’ di sabato sera: ‘Voglio godermi quello che la sfida mi offre, forse per l’ultima volta’
Sabato 29 maggio, riunione di Ascona: Ricardo Silva batte ai punti il serbo Sladjan Dragisic in un match per lui “fuori categoria”, in quanto il rivale apparteneva a una categoria di peso (o due) superiore a quella del ticinese campione svizzero pesi welter. Un rischio che aveva deciso di correre, come aveva spiegato “Richi” in sede di presentazione, in virtù di una superiorità tecnica palese che lo condusse al successo nonostante la differenza di peso con l’avversario e un fugace passaggio “al tappeto” che aveva rischiato di compromettere un match in seguito molto ben gestito.
“La boxe è lotta, tempra, capacità di resistere. E di adattarsi”, analizzammo quel giorno. “Ricardo in questo esercizio, è stato maestro: un taglio alla fronte in uno scontro fortuito già nella prima ripresa, il sangue copioso che gli invadeva il viso impedendogli una visuale nitida, un colpo ben assestato da parte del serbo che ha fatto valere tutta la propria potenza. Ha rischiato, “Richi”, ma ha reagito. «Un pugile non molla, un pugile resiste», dichiarò il 32enne a fine match. “Richi” il colpo lo ha subìto – aggiungemmo –, ma ha incassato ed è ripartito. Non ha potuto fare nulla di quanto aveva preparato, ma di colpi ne ha messi a segno tanti. Verdetto unanime e vittoria che non fa una grinza e lo ripaga degli sforzi compiuti in una preparazione un po’ sommaria, affrettata ma eseguita con la passione di chi agli appuntamenti ci sa arrivare nella maniera giusta, potendo anche contare sul supporto di due che il pugilato lo conoscono, Giovanni Laus e Federico Beresini”.
C’è tanto di Ricardo Silva nel suo ultimo incontro ufficiale: la tempra di un gladiatore, la capacità di gestione dei match e quella di adattamento alle difficoltà che sorgono quando la preparazione è un po’ sommaria. Poi, c’è la voglia di riprovare le sensazioni del ring, le emozioni che il “quadrato” gli regala. Tutto quello che ancora lo tiene legato a una carriera cominciata vent’anni fa e avviata alla conclusione, sempre in attesa di un ultimo incontro, che poi però diventa sempre il prossimo. Stavolta forse ci siamo? Probabilmente la riunione in programma sabato, la “Faido Boxing Night”, offrirà al pugile ticinese l’ultima vetrina lungo un percorso costellato da 23 incontri, 19 dei quali vinti (9 per ko, 2 i pareggi, 2 le sconfitte). Per gli appassionati è un match da non perdere. Vuoi perché potrebbe essere quello del definitivo commiato di un pugile che esordì vent’anni fa e che ancora calca i ring con riscontri niente male. Vuoi anche perché di riunioni in Ticino non ce ne sono tante, ragion per cui ogni uscita ufficiale diventa un’occasione da non perdere, per gli amanti della nobile arte.
«La licenza – spiega Ricardo – è ancora valida, ho voglia di salire sul ring e combattere per i sei round previsti con un atteggiamento piuttosto sereno, più consapevole, più maturo. Allo scopo di godermi quello che la sfida mi offre, forse per l’ultima volta. Ringrazio la mia compagna, il cui contributo si è rivelato fondamentale per conciliare lavoro e allenamenti. Gli anni, però, passano per tutti. Ho iniziato nel 2001, sono 20 anni di carriera attiva nella boxe, il mio percorso l’ho fatto. So che già mi sono espresso così, in passato, ma davvero questo potrebbe essere il mio ultimo combattimento. Se guardo avanti, non è che io veda chissà quali possibilità di tornare sul ring. Se non lo facessi sabato, avrei chiuso un anno intero con un solo incontro all’attivo. Avrei finito il 2021 in passivo anche dal punto di vista economico, manco avrei coperto il costo della licenza (ride, ndr)».
La domanda sorge spontanea: ma chi te lo fa fare di rimetterti in gioco una volta di più? «La passione. È una forma di dipendenza da pugilato, faccio fatica a staccarmi dalla boxe, ciclicamente questa voglia di ring torna».
Dal successo di Ascona all’evento di sabato sono trascorsi sei mesi. «Qualche proposta l’ho avuta, ma non erano ben definite ed erano difficilmente conciliabili con la mia professione (caporeparto all’istituto San Carlo di Locarno, ndr), oltre che rischiose, limitatamente al contesto Covid. Mia figlia domani compie due mesi, non è questo il momento più facile per conciliare i vari impegni. Non è un caso che abbia scelto un incontro qui in Ticino. A maggio, nonostante un preavviso piuttosto corto, avevo accettato di combattere soprattutto per Marzio Franscella (professionista del Boxe Club Ascona, ndr). Quella di maggio era la sua serata (in palio vi era il titolo svizzero supermedi, ndr). Stavolta lo faccio perché è un meeting “di casa”, organizzato con la complicità del Boxe Club Riazzino. È un’iniziativa simpatica alla quale sono lieto di contribuire. Carina l’idea di portare la boxe anche a Faido che credo non l’abbia mai ospitata, in passato».
La data della “Boxing Night” è in calendario da un po’, ma nonostante l’anticipo la ricerca dell’avversario non è mai semplice. «In contesti “nostrani” come questi il budget è ridotto e diventa complicato organizzare match titolati o di grande spessore. Proprio per l’ingaggio preteso da certi pugili. Inizialmente si erano fatti avanti avversari di una certa caratura. Profili interessanti, di atleti che avevano combattuto a un certo livello, a prescindere dal numero delle sconfitte in carriera. Già mi stavo preoccupando, all’idea di affrontarli (sorride, ndr). A un certo punto credevo che tutto fosse fatto con un francese, ma la trattativa è saltata. Così, anche stavolta il mio avversario è stato definito all’ultimo istante: si tratta del 20enne georgiano Rati Migriauli, all’attivo 21 match (4 vittorie e 14 sconfitte, una sola delle quali per ko, ndr). Non lo conosco, né posso preparare il match sulle sue caratteristiche. Nelle ultime due settimane ormai il più è fatto, a livello di preparazione. Proporrò una boxe… standard (sorride ancora, ndr). L’obiettivo è... non aprirmi la testa. Ad Ascona mi ero esposto troppo al rischio di contatto con la testa. Un errore che a volte ho riscontrato anche durante gli “sparring”, non va bene. Devo cambiare un po’ la posizione e l’atteggiamento tattico per evitare il rischio di ferita. Con avversari di qualità, il rischio che accada è minore. Per contro, con pugili di non altissimo livello più portati allo scontro, le possibilità di contatto aumentano».
Contrariamente all’incontro del Forum di Friborgo (14 dicembre 2019) e al citato match di Ascona dello scorso maggio, segnati da una certa improvvisazione, per la Notte di Faido “Richi” si è preparato in maniera adeguata. Anche se non mirata a un avversario specifico, il cui nome – come detto – ha saputo solo nelle ore precedenti il match. Nulla di nuovo, per un atleta dalla spiccata capacità di adattamento che negli anni ha maturato un’esperienza tale da non fargli perdere il sonno alla vigilia dell’ennesimo duello. «È una sorta di rientro – precisa “Richi” – poiché da quel match disputato anche un po’ “alla cieca” per il taglio sopra l’occhio e la copiosa perdita di sangue che mi avevano letteralmente impedito di vedere cosa stessi facendo, non ho più combattuto. Avevo anche staccato un po’, per il lavoro e per dedicarmi alla famiglia. La mia è stata una preparazione “artigianale” e indigena. Per la parte dedicata alla preparazione atletica mi sono affidato a Federico Beresini, l’allenatore con il quale avevo iniziato la carriera di dilettante, il tecnico dei miei esordi. Sono molto contento di averlo fatto e che lui abbia trovato il tempo, tra le varie attività della Nazionale (Beresini è tecnico federale in seno a Swiss Boxing), di affiancarmi. Al Centro sportivo di Tenero ho svolto un lavoro specifico per togliere un po’ di ruggine e affinare le condizione atletica. È stato molto bello e utile, godere del suo appoggio. Mi ha fatto “ringiovanire”. Federico e Giovanni Laus erano al mio angolo, nella serata di Ascona. A Faido ci saranno Laus (con il quale ho iniziato e proseguito l’iter da professionista) e Giuseppe Canneto, ex pugile del Boxe Club Ascona. Era forte, partecipò a un Mondiale a Cuba, proprio con Beresini. Vent’anni fa, io ragazzino undicenne entravo per le prime volte nella palestra in cui lavorava Canneto, pugile di alto livello emergente, punta di diamante del Bc Ascona. Rimasi affascinato nel vedere come “faceva sacco”. Mi diede enormi motivazioni, la sua presenza. Oggi Giuseppe dà una mano a Laus a Riazzino. È con loro che ho poi svolto il resto della preparazione, quella più specifica relativa alla boxe, al ring, al match che sosterrò a Faido. Gli “sparring” li ho fatti con i ragazzi del locale Boxe Club».
L’organizzazione e la promozione della “Faido Boxing Night” sono merito di Antonio Liucci, il quale ha trovato il sostegno di Toni Barbera, noto manager, tra gli altri di Davide Faraci e Egzon Maliqaj, che avrebbero dovuto completare, con Silva, il terzetto di pugili professionisti impegnati domani. Purtroppo però Faraci (30enne mediomassimo italo-svizzero, 42esimo nella classifica mondiale, 15 vittorie e una sconfitta per ko contro Arthur Lyndon, lo scorso luglio a Kensington) si è infortunato in allenamento martedì e ha dovuto rinunciare al match.
«Conosco molto bene Egzon Maliqaj – spiega Silva –. Da dilettante abbiamo combattuto assieme. È un attaccante, un combattente. Darà spettacolo, va avanti, non molla mai. Conosco anche il suo avversario, Luigi Alfieri, 21enne abruzzese (6 vittorie, 1 sconfitta), buon pugile. Rispetto a Maliqaj è meno da “corpo a corpo”, da pressing. Sono molto curioso, è un incontro che seguirò molto volentieri». «Sarà un incontro molto interessante – conferma Liucci – tra due atleti che hanno più o meno il medesimo ranking. Spiace per Davide, ha fatto di tutto per esserci, ma la salute viene prima di tutto, è giusto che non combatta. Parteciperà comunque alla serata».
Una serata-evento, è così che Liucci l’ha concepita. «Sono nato a Faido, ho ottenuto il sostegno del Comune, dotato di strutture di primo livello, e di Toni Barbera che molto bene conosce la realtà del pugilato. Abbiamo fatto le cose per bene, con l’obiettivo di allestire un evento che potesse piacere alla gente, a prescindere dalla passione o meno per la boxe. Ci sarà un bell’ambiente, con musica, una regia luci, una pedana che sale verso il ring, il fumo. Una serata – si parte alle 15.30 con i nove match di pugili dilettanti in cartellone, i “pro” combattono dalle 19 – che possa essere ricordata come bella e riuscita, da riproporre ogni anno».