Gianluca Barilari ha portato la Nazionale svizzera a un passo dagli Europei 2022. Continuerà a lavorare con la federazione nel settore della formazione
La Federazione di basket ha deciso, di comune accordo, di non riconfermare alla guida della nazionale maschile Gianluca Barilari. Quattro anni fa era cominciato il suo lavoro con la massima rappresentativa elvetica con l’obiettivo di qualificarsi alle finali del campionato europeo che si svolgerà nel 2022. Con l’oramai ex coach facciamo il punto alla situazione. «Il progetto-Europei è finito: l’obiettivo non è stato raggiunto e quindi era giusto lasciare il posto a chi vuole iniziare un nuovo percorso verso futuri traguardi. Tutto nella logica delle cose e la convinzione di aver dato e fatto tutto il possibile, anche se la qualificazione ci è sfuggita per pochissimo».
Il maggior rimpianto? «Certamente la sconfitta in casa contro la Finlandia, con un crollo negli ultimi minuti di gioco e pure qualche rammarico per la sconfitta con la Georgia nella prima partita, finita ai supplementari. Due gare che con un pizzico di fortuna in più ci avrebbe dato i punti per qualificarci».
Resta però il successo storico contro la Serbia. «Questa è sicuramente una delle vittorie più belle della nostra Nazionale, unitamente a quella contro la Russia qualche anno prima. La dimostrazione che abbiamo un gruppo valido sul quale scommettere per il futuro».
Cosa lasci? «Sicuramente un gruppo molto coeso, fatto di giovani validi e meno giovani di garanzia e di esperienza. Abbiamo dimostrato, fino all’ultimo secondo contro la Serbia, di saper lottare e, soprattutto, di avere la capacità di reagire nelle difficoltà. Una partita giocata senza Baldassarre e Marko Mladjan dove tutti hanno dato qualcosa in più per onorare la maglia. Senza questo spirito di gruppo non saremmo arrivati fino alla penultima gara a giocarci la qualificazione. Sono orgoglioso dei miei giocatori ai quali auguro un futuro altrettanto positivo».
Il tuo futuro rimane comunque in seno alla federazione. «Infatti mi occuperò ancora della formazione degli allenatori e seguirò il lavoro nell’ambito delle under nazionali e dei centri di formazione cantonali e regionali. Un compito interessante che sta alla base della volontà della federazione di ridare nuovi impulsi al nostro basket, da un punto qualitativo quanto quantitativo».
Difficile lavorare in Svizzera su questi piani? «Diciamo che ci vuole un’organizzazione capillare, un’attenzione a far crescere il numero dei praticanti ed elevare le qualità tecniche e fisiche dei singoli. Due ambiti nei quali molte nazioni ci sono superiori e contro le quali si paga dazio. Lavorare sulla base è l’unica via per avere un futuro di rilievo in campo europeo».
Buon lavoro quindi a Barilari, in attesa che arrivi una decisione sul suo successore: c’è chi ipotizza continuità, con l’impiego di Stimac, attuale vice, c’è chi pensa a Dessarzin o, addirittura a un coach straniero di esperienza e fuori da implicazioni con i club.