BASKET

Svizzera, con la Finlandia per mantenere vivo il sogno Europeo

La Nazionale di Gianluca Barilari attesa in Georgia da due sfide decisive: ‘Gestione intelligente contro i finnici per poi giocarci tutto contro la Serbia’

Nella bolla della City Arena di Tiblisi, Georgia, va in scena, venerdì alle 13.00 ora svizzera, la prima delle due sfide che porteranno alla qualificazione agli Europei. La Svizzera è quarta nel girone e venerdì contro la Finlandia e domenica, stessa ora, contro la Serbia, deciderà il suo destino.

Con coach Gianluca Barilari facciamo il punto alla situazione: come vi siete ambientati? «Direi bene, visto che da lunedì siamo in Georgia e tutto sta funzionando bene. Il clima di squadra è positivo, c’è entusiasmo e condivisione, l’impegno non manca».

Novità? «Ci manca Baldassarre per motivi di Covid e non è cosa da poco, in un reparto dove non siamo abbondanti. Per contro, c’è il rientro in squadra di Juray Kozic».

Una vittoria sulla Finlandia darebbe gli stimoli adeguati per affrontare domenica la Serbia. «Gli stimoli non devono mai mancare, neanche dopo una sconfitta, anzi. Però è chiaro che, se dovessimo perdere contro i finnici e la Serbia dovesse battere la Georgia, saremmo fuori. Quindi molto dipenderà da noi a giocarcela alla grande, poi vedremo».

Nella gara d’andata, persa 64-69, avete regalato all’avversaria gli ultimi 4 minuti, dopo aver condotto bene la gara. «Esatto ed è un macigno che ci portiamo dietro, perché avremmo certamente meritato di vincere. Ma il basket è anche questo e le distrazioni, in campo internazionale, si pagano care».

Un peso enorme l’hanno avuto i tiri liberi sbagliati, 14 su 31, un’enormità. «È vero, possiamo certamente considerarli il fattore negativo».

Che Finlandia troverete? «Più o meno la solita, con l’aggiunta di Kopponen: Salin, Madsen, Murphy, Seppala, insomma ci sono tutti e ne conosciamo pregi e difetti. Però ciò che è importante è quanto faremo noi».

Tattiche? «Avere molta intensità difensiva, ritmi di gestione intelligente e concedere poco o nulla come all’andata sotto le plance. Dobbiamo vincere di 6 per passare davanti a loro non solo in classifica, ma negli scontri diretti in caso di parità. Fondamentale sarà giocare di squadra perché se ci perdiamo questo aspetto siamo molto più deboli: all’andata siamo andati sotto quando abbiamo smesso di essere un collettivo».

La vittoria di novembre contro la Serbia è stato un botto di autostima. «Certamente sì, anche se oramai sono passati quattro mesi e si ricomincia da zero. Quella vittoria deve essere consapevolezza dei nostri mezzi, non il certificato che tutto il resto sarà in discesa. La Finlandia è una squadra di buon livello e dovremo giocarcela fino alla fine: ogni palla avrà un peso e potrebbero essere alcuni dettagli a decidere la sfida».

Già, purché non si sprechi l’impossibile come nella gara d’andata.