La selezione di Gianluca Barilari supera i vice campioni olimpici nelle qualificazioni a Euro 2022 grazie al tiro da tre, con la tripla decisiva di Dusan Mladjan
Storica vittoria della nazionale svizzera di fronte a una nazione che è fra le regine del basket mondiale, la Serbia. Un successo quello conquistato nelle qualificazioni agli Europei del 2022 nella bolla di Espoo, che resterà negli annali, come quello contro la Russia un decennio fa, perché negli annali non sta scritto come erano o non erano formate le squadre. Infatti, per dovere di cronaca, è giusto sottolineare che la compagine affrontata sabato è solo lontana parente di quella "vera", formata per lo più da giocatori che militano nella Nba. Ma, come si suol dire, sono fatti serbi e non certamente tali da inficiare una vittoria che è tutta da godere.
Anche perché la squadra di Gianluca Barilari ha disputato una super partita, senza quasi mai perdere il filo del discorso e con una determinazione che è frutto di una costruzione tecnica e mentale della quale va dato merito al coach e al suo staff. La Svizzera ha condotto la gara per quasi 30 minuti, segno evidente di una forza sul campo che ha messo in difficoltà l’avversario. Una selezione rossocrociata in stato di grazia dalla lunga distanza, perché i punti oltre la linea dei 6,75 m sono stati determinati: il 13/23 finale, 56%, è una cifra da capogiro per le nostre abitudini e ha segnato la differenza fra le due squadre; il 9/23 dei serbi non è per nulla scadente, ma la differenza è sostanziale, perché nelle altre cifre, per quel che possono contare, l’equilibrio è stato evidente.
Il primo quarto è stato caratterizzato da una raffica di triple, aperta da Kovac e proseguita con i fratelli Mladjan: tre di Marko e una di Dusan, controbilanciata da tre bombe serbe: 6/7 da 3 per i nostri (anche in senso ticinese, se vogliamo) per un 28-25 molto inusuale in sfide di questo genere. Il secondo quarto è stato in rimonta per i serbi che dal 31-25 in entrata sono arrivati al 36-40 al 4’. Timeout di Barilari e Svizzera subito rimessa in corsa, con un parziale di 8-0 che dal 41-44 al 7’ è passato al 49-44 alla pausa.
Ad aprire le danze nel terzo quarto ci pensano Cotture e Kovac con 2 triple: +9 al 2’. Poi è uno stillicidio di tiri liberi fino alla sirena, perché i serbi mettono ne mettono 14 dalla lunetta e gli elvetici 9 per il 73-72 all’ultima pausa. Quarto conclusivo da brividi, aperto da 5 punti di Kazadi (78-74). Dopo la tripla di Marko Mladjan la Serbia si scuote e fa 7-0: 83-85 al 5’. Ma Dusan e Kovac mettono ancora due triple e si torna avanti, 90-85 al 7’. Quattro palle perse da una parte e due dall’altra, perché la tensione non è una parola vuota, fanno sì che il risultato si muova poco: sul 90 pari a 46” dalla sirena, Baldassarre sbaglia due liberi, però è lo stesso giocatore che costringe l’avversario a perdere palla a 21”. La sfera gira, Marko Mladjan penetra sul fondo e poi scarica al fratello nell’angolo: Dusan si alza e infila il 92-90 a 5 decimi dalla sirena. La disperata rimessa serba finisce nelle mani di Baldassarre e il trionfo è servito.
Facce incredule da parte serba, estasi su quelle rossocrociate. Una vittoria costruita con grande attenzione, con un passaggio a vuoto quando ognuno se ne è andato per conto suo ma subito arginato grazie al coach, che ha rimesso la squadra in carreggiata. «È stata una vittoria soffertissima e non poteva essere altrimenti – ci dice Barilari –. Devo ringraziare tutta la squadra per come si è comportata in campo, dove ognuno ha portato il suo mattone. Non conta se è stato in campo 21” come Gravet o 25 minuti come altri. Se vinci di due punti significa che tutti sono stati necessari per costruire questa vittoria che è certamente storica per tutto il basket elvetico».
Dopo l’euforia del sabato, bisogna subito trovare la concentrazione per la sfida di domani con la Georgia, al comando del gruppo E a punteggio pieno dopo il successo 91-85 sulla Finlandia. Metabolizzata la vittoria? «Diciamo che non è facile restare con i piedi per terra dopo un successo di questo spessore: sappiamo di aver fatto la storia. Ma il presente è quello che conta e se vogliamo continuare a credere nel traguardo dell'Europeo dobbiamo vincere contro la Georgia e recuperare così le due sconfitte (dello scorso febbraio contro la stessa Georgia e la Finlandia, ndr)».
Che gara sarà? «Anche la Georgia aveva battuto la Serbia e quindi… siamo alla pari – afferma ridendo Barilari –. «Contro di loro abbiamo sfiorato la vittoria nella gara d’andata, speriamo di riscattarci stavolta. Sappiamo della loro forza ma siamo anche consapevoli della nostra: abbiamo dimostrato di saper giocare a basket e di farlo bene. Ora dobbiamo ripeterci e se riusciremo a essere concreti per 40 minuti, nessun risultato ci è precluso».