Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ne ha discusso con il presidente del comitato olimpico Thomas Bach: 'D'accordo al cento per cento di posticipare l'evento'
«Ho proposto il rinvio delle Olimpiadi estive di un anno, e il presidente del Comitato olimpico internazionale si è detto d'accordo al cento per cento». A spegnere l'ultimo lumicino di speranza di disputare i Giochi regolarmente dal 24 luglio al 9 agosto è stato il primo ministro giapponese Shinzo Abe. Poco fa, poi, il Cio ha confermato che saranno posticipate a "non oltre l'estate del 2021"
Questo rinvio sarà il primo per le Olimpiadi dell'era moderna in tempo di pace. In precedenza solo i due conflitti mondiali avevano portato, dapprima al rinvio tecnico e quindi alla cancellazione delle olimpiadi. Si tratta di duro colpo per la città di Tokyo e per il Giappone, che si stanno preparando meticolosamente da anni per ospitare il più grande evento sportivo del pianeta, seguito dai Paralimpici dal 25 agosto al 6 settembre.
Le autorità giapponesi e il Cio sono stati a lungo riluttanti a considerare ufficialmente di cambiare il calendario olimpico. Ma la pressione degli atleti, poi delle federazioni sportive nazionali e internazionali, si è rafforzata di giorno in giorno con l'inesorabile diffusione del coronavirus.
Mujinga Kambundji (atletica): «Il primo sentimento è stato di delusione, ma me l'aspettavo. In questo momento ci sono cose più importanti dello sport. L'unica cosa che conta è la salute. Il mio calendario non è stato stravolto, a fine agosto ho gli Europei, anche se non è chiaro se si terranno. Poi ci sono i Meeting nazionali, ai quali spero di poter partecipare. Accanto agli allenamenti, sono anche molto a casa».
Max Heinzer (scherma): «È stato difficile trovare le motivazioni, nelle ultime settimane. Sono felice che sia stata fatta chiarezza. Mi auguro che la qualificazione non debba ripartire da zero. Con la squadra, eravamo a un passo dal visto. Tutte le varianti saranno discusse. I contratti dei miei sponsor sarebbero scaduti dopo i Giochi, mi auguro di poterli prolungare, anche se mi rendo conto che l'economia ha altre questioni da affrontare. Mi attengo alle consegne, mi alleno da solo, lavoro alla tecnica come posso».
Nicola Spirig (triathlon): «Ho lavorato duramente negli ultimi mesi per quella che sarebbe stata la mia quinta Olimpiade, ero motivatissima. L'incertezza mi metteva ansia, sono lieta che adesso sia stata fatta chiarezza. Sostengo la decisione in tutto e per tutto, è la soluzione più giusta per tutti, atleti, allenatori e addetti ai lavori vari. La salute ha la precedenza. Quanto al mio futuro, farò le valutazioni del caso con la mia famiglia e il mio team».
Giulia Steingruber (ginnastica artistica): «Una decisione ragionevole. Ci vorrà del tempo per smaltire la delusione e ripartire. Sul futuro, meglio evitare decisioni affrettate».
Jérémy Desplanches (nuoto): «Decisione corretta, l'unica possibile. È comunque un colpo duro da incassare. Sono un po' combattuto: sul piano sportivo, mi dico che è da quattro anni che lavoro all'obiettivo principale di una stagione che invece sta affondando. Poi, c'è la salute pubblica, che conta più dello sport, ragion per cui mi dico che il rinvio è la sola decisione possibile. Ne andava anche del rispetto dell''equità tra gli atleti e gli sportivi di tutti i paesi».