Mountain Bike

Gloria europea per Filippo Colombo

Primo in Germania e secondo in Repubblica Ceca: l'U23 ticinese continua a stupire

Ti-Press
1 giugno 2019
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Ci sono settimane nelle quali tutto sembra funzionare come un orologio svizzero, con meccanismi oliati e calibrati al centesimo di secondo. Settimane come quelle appena vissute da Filippo Colombo, il quale ad Alb­stadt (in Germania) ha conquistato la sua prima vittoria in Coppa del mondo (U23) e a Nove Mesto (Repubblica Ceca) si è piazzato al secondo posto alle spalle del romeno Vlad Dascalu che dal canto suo aveva chiuso dietro al ticinese sette giorni prima in Germania...
«Adesso, però, prima ancora della bicicletta devo pensare agli studi – afferma il prodotto del Vc Monte Tamaro –. All’orizzonte ho una sessione d’esami all’università, per cui nelle prossime settimane trascorrerò molto tempo in biblioteca».
Esami che, per altro, non bloccheranno l’attività sportiva... «Diciamo che cadono in un momento propizio. Se il calendario avesse proposto un paio di prove di Coppa del mondo, allora sì che sarebbe stato un guaio. Invece, domenica a Gränichen ci saranno i campionati svizzeri, poi il programma riserverà una pausa. A dire il vero, esami o no avevo già programmato una pausa di qualche giorno. A questo punto sarà un po’ più lunga, poi ricomincerò a pedalare, sottraendo qualche ora all’allenamento per dedicarla allo studio».
I risultati, d’altra parte, Colombo li ha già ottenuti... «In particolare la vittoria di Albstadt è stata del tutto inaspettata. Quello tedesco non era il percorso adatto alle mie caratteristiche, era disegnato soprattutto per scalatori. Sarei stato contento con un posto sul podio e invece è arrivata addirittura la vittoria. Ho staccato tutti sull’ultima salita e sono riuscito a chiudere con 5” di vantaggio su Dascalu. A Nove Mesto, invece, le parti si sono invertite, anche se la vittoria ce la siamo giocata allo sprint, con il romeno che mi ha preceduto di un secondo».
La Romania non vanta certo una grande tradizione nella mountain bike, eppure Dascalu è un avversario molto temibile... «È un ragazzo forte, aveva già vinto lo scorso anno proprio a Nove Mesto e anche in quell’occasione io avevo chiuso alle sue spalle. Sarà uno degli avversari principali nell’ottica di una classifica generale alla quale punto, a maggior ragione dopo questi ultimi due risultati. Per il momento occupo la seconda posizione, a pari punti con Vlad, il quale però mi precede per il fatto di aver vinto l’ultima gara disputata».
Ai risultati ottenuti da Colombo non è estranea la decisione di scendere in lizza – eccezion fatta per le prove di Coppa del mondo – sempre nella categoria degli élite... «Mi ha aiutato in particolare a livello di ritmo. Lo scorso anno in Cdm ero un outsider e potevo capitare là davanti se tutto girava per il meglio. Adesso, invece, sento di avere un altro passo, di poter gestire ritmo e corsa proprio come voglio. Per raggiungere il livello degli élite, ovviamente mi manca ancora parecchio. Sento che sul giro posso rimanere con il tempo di un professionista, ma poi devo imparare a gestire la lunghezza della gara, a rimanere costante lungo l’arco delle tornate. L’apprendistato che sto portando avanti, scendendo sempre in lizza con gli élite, mi servirà l’anno prossimo, quando dovrò compiere il salto di qualità».
Per Filippo Colombo la Coppa del mondo tornerà il 6 luglio a Vallnord, ad Andorra... «È un percorso che conosco e che riserva una particolarità importante. Gareggeremo a circa 2’000 metri d’altitudine, una condizione alla quale non siamo abituati. Personalmente, non sento in modo particolare la rarefazione dell’ossigeno e in altitudine non ho mai riscontrato particolari problemi. Ma occorre fare molta attenzione, soprattutto nel corso dei primi giri. Non si può rischiare di compiere uno sforzo troppo accentuato, se si va fuori giri c’è il pericolo di passare alla cassa e di non riuscire più a ritrovare il giusto ritmo di gara. Una settimana più tardi saremo a Les Gets, in Francia, per un’altra prova disputata in altura. A differenza di Andorra, però, il tracciato è nuovo e non lo conosco. Per cercare di adattarci al meglio alla carenza di ossigeno, la Nazionale ha programmato un campo d’allenamento in Engadina, in modo da arrivare ad Andorra nelle migliori condizioni fisiche».