Coppa del mondo, Mondiali ed Europei (al Monte Ceneri) in breve successione. Il ticinese del Team Absalon: 'Ci mancano i punti di riferimento'
Coppa del mondo, Mondiali, Europei. I tre appuntamenti più importanti della stagione, racchiusi nel breve respiro di tre weekend. È ciò che aspetta gli specialisti della mountain bike in questa stagione tormentata e ridotta all’osso dalla pandemia di Covid-19. Da ieri e fino a domenica ci si giocherà l’intera Cdm, con due prove di short-race e due di cross-country; da mercoledì 7 a sabato 10 verranno assegnate le maglie iridate (a Saalfelden Leogang, in Austria); dal 15 al 18 sarà la volta dei titoli continentali sul tracciato del Monte Ceneri. Un vero tour-de-force per una categoria, quella dei biker, abituata a spalmare la stagione da febbraio a ottobre.
Di fatto, la Coppa del mondo è iniziata soltanto ieri con una prova di short-race, vinta dal messicano Ulloa Arevalo tra gli uomini e dall'inglese Evie Richards tra le donne (per entrambi prima vittoria in Cdm). Ed è iniziata bene anche per Filippo Colombo, grande protagonista della prova e quarto sul traguardo alla sua prima uscita in Coppa su un percorso reso fangoso e scivoloso dalle condizioni meteo avverse… « Immaginavo sarebbe diventata una gara piuttosto tattica – commenta un felicissimo Colombo –, per cui non ho avuto fretta di raggiungere testa corsa dopo essere partito con il numero 26. A dire il vero non sono scattato benissimo, poi però, in modo sorprendente e quasi senza faticare, mi sono ritrovato nelle prime posizioni che ho tenuto fino alla fine. Mi è mancata un po' di energia per lo sprint per la vittoria. Peccato, perché normalmente sono abbastanza veloce. Un risultato che mi dà molto morale. Giovedì partirò dalla prima fila, con il vantaggio di non dover recuperare posizioni. Chiaramente non sarà la stessa cosa, un quarto posto nel cross-country, quello sì sarebbe un'enorme sorpresa. Sapevo che oggi potevo andare bene grazie alla mia esplosività. Adesso il programma di Nove Mesto prevede la gara di giovedì, seguito da un'altra short-race venerdì e dall'ultimo cross-country domenica. Quattro gare e la nostra stagione di Coppa del mondo sarà bell’e chiusa».
Filippo Colombo si trova di fronte a una stagione che, di fatto, si consumerà nel giro di tre settimane. Considerando le poche gare sin qui disputate e, di conseguenza, la scarsità di punti di riferimento a disposizione, diventa molto difficile porsi obiettivi concreti… «È vero, ma comunque una piccola-grande soddisfazione me la sono già tolta. A inizio stagione puntavo a staccare una selezione per i Mondiali e per gli Europei. Il biglietto è arrivato, per cui possono già ritenermi molto soddisfatto (non dimentichiamo che per il ticinese questo è il primo anno nella categoria degli élite, ndr)».
Quando nei mesi precedenti allo scoppio della pandemia Colombo disegnava il percorso della sua stagione, non poteva certo immaginare che gli Europei, in un primo tempo previsti a Graz (Austria), sarebbero stati trasferiti nei boschi di casa, al Monte Ceneri… «Quando sono venuto a conoscenza del cambiamento, mi sono detto che non potevo assolutamente lasciar passare l’occasione. Sapevo che Swiss Cycling avrebbe avuto a disposizione otto posti, ma ero altresì conscio che in Svizzera il livello è molto alto e numerosi sarebbero stati i biker desiderosi di disputare un Europeo in patria. Grazie al cielo, sono riuscito a staccare la convocazione, sarei rimasto molto deluso se non ce l’avessi fatta».
Poter gareggiare su un tracciato mandato a memoria in ore e ore di allenamento può rappresentare un vantaggio. Come potrebbe esserlo il fatto che gli Europei arrivano una settimana dopo i Mondiali, per molti l’obiettivo principale della stagione… «Se sei in forma per la rassegna iridata, lo sei anche per quella continentale, ragion per cui sei pronto a cogliere l’occasione di due prove tanto ravvicinate per cercare il colpo doppio. Nessuno vorrà snobbare l’Europeo solo perché reduce dai Mondiali, nemmeno il neo-campione. D’altra parte, la stagione è talmente corta che tutti vogliono raccogliere il maggior numero di risultati possibili. Per quanto riguarda il tracciato del Monte Ceneri, non tutti lo conoscono, nonostante accolga da anni il Tamaro Trophy. E si tratta di un tracciato tutt’altro che facile, a maggior ragione nel caso in cui dovesse esserci brutto tempo. Prima di venire in Repubblica ceca, ho avuto l’occasione di provarlo per diverse ore, anche in giornate di pioggia. È davvero esigente, presenta numerosi tratti di roccia che se bagnati diventano molto scivolosi. Spero che la mia conoscenza di tutti i passaggi mi garantisca un piccolo vantaggio, anche se poi alla fine la bicicletta non va da sola, bisogna pur sempre pedalare...».
Se quello di Nove Mesto è un tracciato ben noto ai frequentatori della Coppa del mondo, altrettanto non si può dire del percorso che tra una decina di giorni ospiterà i Mondiali… «È completamente nuovo, nessuno vi ha mai corso. Anzi, nessuno ha mai nemmeno visto la planimetria, anche perché fino a settimana scorsa era ancora in fase di costruzione. I punti interrogativi sono dunque molti, ma penso che vi sarà tempo a sufficienza per dar loro una risposta. Dopo la Coppa del mondo ci sottoporremo ai test di depistaggio del coronavirus, poi partiremo in carovana alla volta di Saalfelden Leogang. Avremo a disposizione diversi giorni per imparare a conoscere il tracciato, sono sicuro che saranno sufficienti. Il mio obiettivo? Con un posto nei quindici sarei strafelice».
In questi mesi di gare ridotte all’osso, Filippo Colombo ha avuto l’occasione di abbandonare i boschi e testarsi sulle strade in asfalto… «Ho perso parte al Gp di Toscana, una prova con diverse squadre del World Tour. Mi stuzzicava l’idea di provare e a conti fatti si è rivelato essere un ottimo allenamento di qualità. Certo, sono rimasto in fuga 170 km, decisamente più di quanto mi sarei aspettato, ma nel complesso è stata un’esperienza che mi piacerebbe rifare. Nonostante abbia potuto allenarmi bene, l’assenza quasi totale di competizioni rende difficile stabilire il livello di forma: un problema che tocca non solo me, ma anche i miei colleghi. I campionati svizzeri di Gränichen, programmati a fine luglio, sono arrivati un po’ troppo presto: ero in ritardo di preparazione e mi sono dovuto accontentare del quinto posto a 1’22” da Nino Schurter».