L'idea di potenziamento dell’autostrada continua a far discutere nel Mendrisiotto. Parliamo poi di immigrazione ed emigrazione e di Gaber, sempre attuale
Il progetto PoLuMe potenziamento dell’autostrada fra Lugano e Mendrisio firmato dall'Ufficio federale delle strade (Ustra) continua a far discutere. La decisione di usare la corsia d’emergenza nelle ore di punta per fluidificare il traffico che affolla l’A2, però, ha fatto breccia nel Municipio di Stabio, ma preoccupa gli esponenti dell’area progressista che da tempo sollecitavano l’Esecutivo a prendere una posizione contraria al progetto.
A scaldare è anche il tema della politica di asilo, il Plr fa della lotta all’immigrazione illegale una priorità e il presidente nazionale Thierry Burkart in un’intervista rilasciata al nostro giornale ne spiega i motivi.
Parliamo ora di chi la Svizzera l’ha lasciata ma tanti anni fa. Sull’emigrazione ticinese oltre gli oceani esiste un’ampia letteratura. Meno conosciuta la storia di chi prese la via dell’Est Europa. Una discendente della famiglia Balmelli di Odessa è ora nella terra degli avi, e si occupa, per l’Archivio del moderno, proprio delle opere di architetti ticinesi nella famosa città del Mar Nero. Parliamo di Iryna Balmeli, che allo scoppio della guerra ha lasciato Kiev, in ucraino Kyiv, con i suoi anziani genitori e ha raggiunto il Ticino, precisamente Massagno. Nella pagina di Lugano vi raccontiamo la sua storia.
Roberto Antonini nel suo commento torna sul tema del sostegno all’Unrwa, la maggioranza del Consiglio nazionale lo scorso settembre ha approvato una mozione Udc per interrompere gli aiuti all’agenzia Onu per i profughi palestinesi. “Per la Confederazione in gioco c’è la propria credibilità internazionale. Oltre alla propria coscienza”.
Ora cambiamo musica. Nelle nostre pagine culturali vi parliamo di Andrea Mirò, che con i ‘Musica da Ripostiglio’ e la regia di Emilio Russo arriva al Sociale di Bellinzona giovedì 24 e venerdì 25 ottobre (inizio alle 20.45) con il teatro-canzone ‘Libertà obbligatoria’. Una ripresa con adattamento dell’omonimo spettacolo del 1976 di Giorgio Gaber e Sandro Luporini.