Gli ecologisti del Mendrisiotto invitano ad abbandonare il progetto PoLuMe, dopo che il Consiglio federale ha annunciato che verrà anticipato al 2030
Il progetto PoLuMe deve essere abbandonato. Lo ribadiscono i Verdi del Mendrisiotto, a pochi giorni dall’annuncio da parte del Consiglio federale di anticipare dal 2040 al 2030 la realizzazione del potenziamento dell’autostrada A2 tra Lugano Sud e Mendrisio, notoriamente collo di bottiglia del traffico autostradale ticinese. Che agli ecologisti il progetto non piacesse non è una novità, ma a seguito della notizia giunta da Berna – questa sì, nuova – tornano a ripetere le proprie criticità dicendosi in una nota “molto delusi e preoccupati, come certamente lo sono i 6’300 cittadini che con una petizione hanno espresso il loro dissenso sul progetto, il Municipio di Mendrisio e diverse associazioni che hanno a cuore l’ambiente e la qualità di vita degli abitanti del Mendrisiotto”.
“Aumentare la capacità autostradale con sei corsie di marcia significa martoriare ancor di più un territorio già pesantemente marcato dalle vie di comunicazione e dall’inquinamento atmosferico – si legge –. Significa anche investire almeno 1,4 miliardi di franchi per un progetto megalomane con nuove gallerie e nuovi svincoli, che intende rendere più scorrevole il traffico individuale motorizzato (per quanto tempo?) senza preoccuparsi di concretizzare le alternative che possono essere messe in atto”. I Verdi, per contro, propongono di lavorare su altre soluzioni per ridurre il traffico. A cominciare dalla promozione del telelavoro, che in queste settimane sta dando i suoi effetti benefici sulle strade. “Il traffico – aggiungono – può essere sensibilmente ridotto, se la volontà politica c’è, con la mobilità aziendale e il car pooling, con la differenziazione degli orari di lavoro e con il potenziamento del trasporto pubblico”. PoLuMe, invece, “rischia facilmente di promuovere ulteriormente il traffico individuale”.