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Il caro (forse) estinto, i soldi in attesa: ma la truffa non va

Raggiro evitato da due anziani valmaggesi. Su laRegione oggi parliamo di mobilità studentesca, un ricorso contro un sentiero, Ucraina e Medio Oriente

24 settembre 2024
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Un (forse) parente lontano deceduto in una tragedia, una somma consistente di denaro (si parla di milioni) bloccata in una cassetta di sicurezza e la richiesta di collaborazione per sbloccare tale importo e riceverne in cambio una parte, almeno il 50 percento. Una prospettiva allettante, quasi da non crederci: ciò che in effetti è stato ciò che han fatto due pensionati valmaggesi, che sono riusciti a non cadere nell’ennesimo tentativo di truffa.

Sono tanti, tantissimi gli studenti ticinesi che si spostano in altri cantoni per gli studi universitari: tanto che il nostro cantone, insieme a Lucerna, è l’unico in Svizzera con un saldo negativo fra studenti in partenza e in arrivo. Ma la mobilità, in questo senso, non è necessariamente sinonimo di scarsa qualità accademica: dalla scelta di una determinata facoltà al desiderio di perfezionare una lingua, sono diverse, infatti, le ragioni che spingono a scegliere di frequentare l’università Oltralpe.

La Società ticinese per l’arte e la natura (Stan) e Pro Natura hanno deciso di presentare opposizione contro la domanda di costruzione inoltrata a posteriori da Lugano Region relativamente ai lavori sul sentiero Nisciora-Agario in Alto Malcantone. Un intervento di allargamento che per gli oppositori, oltre che non giustificato e secondo loro destinato a creare un percorso per mountainbike, non corrispondente a quanto scritto nel documento.

In Ucraina si resiste ancora sotto le bombe russe: ci si affida alla cultura, si aprono librerie e si organizzano spettacoli nei sottoscala. E sul campo di battaglia, alla Legione straniera, i combattenti giunti da tutta Europa per difendere il Paese dall’invasione di Mosca. Il reportage di Cristiano Tinazzi da Kiev.

Il commento di oggi di Roberto Antonini torna sul conflitto in Medio Oriente, dove Israele continua a portare avanti iniziative belliche che non portano, tuttavia, alla pace. Anzi, al contrario, “il capitale di empatia e solidarietà creato dalla carneficina del 7 ottobre è stato bruciato dai tanti altri 7 ottobre inflitti per ritorsione ai palestinesi”.

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