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Arriva anche in Svizzera la maxi truffa dei prestanome

Scattata un operazione che vede indagate 16 persone. Il sistema si muoveva sull'asse Lugano-Novara

(Ti-Press/Archivio)
4 ottobre 2024
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C‘è una fitta rete di prestanome dietro la maxi truffa finanziaria che si è consumata sull'asse Lugano-Novara, scoperta dal Nucleo di polizia economica finanziaria della Guardia di finanza e dall'Agenzia delle Entrate di Milano. Operazione che ha portato all'arresto di due fratelli, imprenditori novaresi di 39 e 42 anni, residenti a Lugano, dove nel corso degli anni hanno aperto due società. Sono accusati di false fatturazioni emesse per creare un credito Iva inesistente, in parte utilizzato per compensare debiti reali.

I due fratelli, uno dei quali conosciuto nel mondo del calcio di serie D, risultano essere i titolari di una serie di società cartiere utilizzate per l'emissione di false fatture utilizzate da un 44enne broker milanese operante in riva al Ceresio e arrestato nell'ottobre dello scorso anno. Il broker milanese, che operava a Lugano, è considerato il ’dominus' del sistema basato sull'acquisto senza Iva nel settore del commercio comunitario di traffico internazionale VolP (voce tramite protocollo internet). Agli arresti domiciliari sono finiti anche un uomo di 68 anni e una donna di 45 anni, entrambi residenti a Novara, indicati come i principali collaboratori dei due fratelli.

Gli indagati sono complessivamente 16, fra loro anche un ex vice sindaco di Novara, attualmente consigliere comunale, esponente di Fratelli d'Italia. Nel corso del blitz disposto dal pm milanese Sergio Spadaro della Procura europea, oltre agli arresti le fiamme gialle hanno compiuto pure un sequestro preventivo di 97 milioni di euro ed effettuate sedici perquisizioni domiciliari e in due aziende attive nel campo delle telecomunicazioni. Indagini sono in corso anche i alcuni Paesi europei fra cui la Svizzera.