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Volkswagen Amarok, pick-up dai tratti decisi

Il godibile V6 turbodiesel di tre litri aggiunge carattere al rinnovato veicolo tedesco, solido nelle prestazioni e nella qualità dell’accoglienza

Il rinnovato Amarok si distingue per le forme piuttosto squadrate e per gli ingombri generosi. Ricco e ‘fascinoso’ l’allestimento PanAmericana, di indole fuoristradistica
23 maggio 2024
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Il mondo pick-up, anche per la sua versatile natura avventurosa, convive in una realtà un po’ a parte rispetto alla dimensione delle auto comuni. Così, non stupisce più di tanto scoprire diverse peculiarità che distinguono questo Amarok seconda generazione rispetto ai consueti contenuti Volkswagen, dettati dalla collaborazione tra la marca tedesca e Ford nel settore dei veicoli commerciali. Di fatto, il mezzo in questione viene infatti costruito sulle linee sudafricane del produttore americano ed è il gemello del Ford Ranger, cui tuttavia aggiunge alcune personalizzazioni per avvicinarne l’esperienza di impiego alla sfera di prodotto VW. Come nel caso del design, pur invariato nella sostanza, che però presenta un frontale dove troneggiano logo e tipico impatto estetico della marca di Wolfsburg, mentre le forme squadrate ben si addicono all’attrattiva tipica offerta da questo genere di veicoli. Riuscito e suggestivo, inoltre, l’allestimento PanAmericana come nel caso dell’Amarok in prova, dedicato in special modo alla caratterizzazione off-road, che oltre alla solida dotazione arricchita aggiunge anche il blocco del differenziale per le situazioni di marcia più impegnative. Le dimensioni restano generose specie in lunghezza, nel caso specifico con un valore di 5,35 m che certamente richiede attenzione negli spazi di manovra più ristretti.

Altrettanto consistente la resa del potente turbodiesel di tre litri, unità di costruzione Ford Europa usata anche su Jaguar e Land Rover. Rispetto al “duemila” quattro cilindri provato di recente a bordo del Ranger, questo V6 gira ugualmente rotondo ma si caratterizza per una sonorità leggermente più incisiva e piacevole, combinata a prestazioni un velo più brillanti grazie al leggero “plus” di potenza e coppia a disposizione (+35 cv e +100 Nm). Valori che su un veicolo di quasi 2,4 tonnellate non cambiano radicalmente l’esperienza di guida, ma è vero che lo spunto in più è sempre godibile traducendosi, in particolare, in una capacità di scatto da fermo un po’ più mordente. Permettendo di guadagnare circa 1,5 secondi rispetto al 2.0 nel traguardare i 100 km orari. E con consumi nel complesso allineati, appena di poco superiori: con questo 3.0 V6 abbiamo registrato medie d’uso reali di poco oltre 11 l/100 km. Sempre consistente la resa del solido cambio automatico a ben dieci rapporti, che specie lasciato agire in modalità automatica permette sempre di disporre al momento giusto del rapporto ideale per sfruttare il massimo rendimento del propulsore. Anche perché la sua curva di erogazione è piuttosto concentrata, data la coppia massima disponibile già a 1’750 giri – costante poi fino a 2’250 giri – e la potenza di picco che sopraggiunge già a 3’250 giri. Versatile e funzionale la trazione integrale, completa di modalità 4x4 automatica pienamente sfruttabile su asfalto, oltre a tutte le caratteristiche (incluse le marce ridotte) necessarie per la marcia nel fuoristrada tecnico e impegnato.

La guida non riserva sorprese: è docile e piuttosto reattiva, appena un velo rallentata negli appoggi in curva per via della presenza delle coperture “all terrain” sui cerchi da 18”, di serie su questo allestimento. Viaggiando scarichi si avverte inoltre la risposta talvolta un po’ più decisa delle sospensioni posteriori sulle asperità del manto stradale, dato che sono in realtà tarate per offrire la miglior omogeneità con un carico intermedio (la portata del veicolo è pari a 967 kg). In generale l’Amarok mostra ad ogni modo una buona saldezza di appoggio in curva, combinata ad una sterzata non rapidissima seppur tuttavia piuttosto precisa e sensibile, che aiuta alla naturalezza della conduzione. I movimenti di rollio e beccheggio sono avvertibili ma non eccessivi e, nel complesso, il mezzo lascia dunque spazio ad una guida non troppo lontana da quella offerta dai Suv di indole più stradale. Inclusa un’insonorizzazione piuttosto ben curata, che permette un valido comfort sui trasferimenti a lungo raggio. Eccellente, poi, l’accoglienza garantita dallo spazioso abitacolo, contraddistinto da un moderno layout comunque in tono con lo stile VW, con finiture di una certa qualità insieme ad un corredo “hi-tech” di alto profilo in virtù della strumentazione digitale con display da 12,3” e del generoso schermo centrale verticale da 12”. A quest’ultimo sono affidati pure i controlli della climatizzazione, che risultano tuttavia sempre accessibili in modo diretto tramite pulsanti virtuali in basso, anche in caso si scelga la visualizzazione di una funzionalità a tutto schermo come ad esempio la navigazione. Numerosi i vani portaoggetti, tra cui un doppio cassetto di fronte al passeggero. Ottime, inoltre, tanto la sistemazione di guida che l’apprezzabile libertà di movimento posteriore, dove tra l’altro sono benvenute le bocchette di aerazione dedicate.

Scheda tecnica

ModelloVolkswagen Amarok
Versione3.0-I-TDI PanAmericana Winter 1
Motore6 cilindri a V diesel, bi-turbo, 3.0 litri
Potenza, coppia240 cv, 600 Nm
TrazioneIntegrale
CambioAutomatico a dieci rapporti
Massa a vuoto2’383 kg
0-100 km/h9,0 secondi
Velocità massima180 km/h
Consumo medio10,2 l/100 km (omologato)
Prezzo72’870 Chf