Siamo ai piedi della scala e l’ondata è già qui. A cascarci non sono quelli che consideriamo ‘devianti’, ma molti insospettabili
Tra tante risposte, è importante porsi la giusta domanda. Perché il consumo di crack sta aumentando vertiginosamente? Piccole città come Coira, Lugano, Brugg, Lucerna ma pure centri come Zurigo, Basilea, Losanna e Ginevra sono inondati di cocaina e tanti, troppi consumatori, anche giovanissimi, sono devastati dal crack (un potente derivato della cocaina) che li trasforma in ‘zombie’. L’Ufficio federale della sanità ha riunito a inizio mese Cantoni, Città e operatori per tentare di contenere uno tsunami che fa paura e ha ripercussioni su tutti. Chi inala il crack diventa rapidamente dipendente, perde ogni freno inibitore, non mangia, non si lava. Se è in ‘manco’ può diventare aggressivo. È un buco nero che cannibalizza vite, rapporti familiari, sociali, lavorativi, conto in banca. Sporcizia, sfratti, risse sono solo la parte visibile di una piaga che sta rendendo meno sicure molte città svizzere e molto difficile il lavoro degli operatori sociali. Approcci e terapie sono tutti da ripensare, anche perché non c’è una risposta farmacologica efficace, come il metadone per l’eroina.
Siamo ai piedi della scala e l’ondata è già qui. Lo spaccio, come ci racconta l’ex consumatore Marco, in Ticino avviene anche in pieno centro a Lugano, a due passi dalla Polizia cantonale. I sequestri in Svizzera sono in aumento: dai 38 nel 2019 ai 214 nel 2022. Al di là dei numeri è quanto raccontano terapeuti e consumatori che fa venire la pelle d’oca. Il benessere che dà il crack è immediato, potente, brevissimo. Distacca, aliena e riempie, stende un velo su ogni preoccupazione. Nel picco non ti serve null’altro. Quando l’effetto cala, la mente si riempie di ansie, paranoia, sensi di colpa, nervosismo. Ne vuoi ancora! All’improvviso ti ritrovi dipendente e senza soldi.
A cascarci non sono quelli considerati ‘devianti’, ma molti insospettabili: padri di famiglia, studenti, la collega, il vicino. Molti restano fuori dai radar dei servizi.
La situazione sta peggiorando. A dirlo è la Commissione federale per dipendenze e prevenzione di malattie non trasmissibili, che consiglia ai Cantoni di attrezzarsi, ad esempio con centri di accoglienza di bassa soglia aperti anche la notte; nuove forme di cura, strutture terapeutiche e soluzioni di alloggio con supervisione; informazioni su chi fa uso del crack, quali strutture mancano e quali vengono usate; collaborazione tra Città e Cantoni per condividere conoscenze ed esperienze.
Anche gli esperti sono spiazzati. Inoltre, si sta osservando che le nuove generazioni, cresciute a pane, social e videogiochi, sono più attratte da questa sostanza. Torniamo dunque alla domanda iniziale: perché il crack seduce? Perché tutti ricerchiamo il piacere. Perché tanti giovani sono abituati ai tempi virtuali (più veloci di quelli umani), alla ricompensa immediata, faticano a sopportare l’attesa, a gestire la frustrazione. Il crack è la droga del piacere immediato (e devastante!) di una società sempre più iperattiva. E la psichiatra Fumagalli si spinge oltre. Ipotizza che l’uso di dispositivi tecnologici fin dai primi anni di vita verosimilmente altera i sistemi di ricompensa e questo sta condizionando la neurofisiologia delle nuove generazioni, che potrebbero essere più predisposte all’uso di droghe. Solo il tempo ci darà le risposte che stiamo cercando.