laR+ IL COMMENTO

Tutti i professori della scuola di carta

Per decidere l’anticipo del tedesco in prima media: chi è stato coinvolto? Quanti esperti sono stati sentiti dalla commissione ‘Formazione e cultura’?

In sintesi:
  • Il fatto di voler concedere agli allievi la possibilità d’imparare meglio la lingua più parlata a livello nazionale è di per sé un obiettivo condivisibile
  • Con queste modalità però prende piede l’ipotesi di un mero gesto nei confronti del mondo economico
  • E pensare che nel ‘pacchetto’ era finita pure dentro l’iniziativa di Pamini (Udc) sull’insegnamento bilingue nelle scuole private
Altro che ‘Piano strategico’
(YouTube)
16 marzo 2023
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C’è chi sognava di stampare la propria moneta a corso legale. Un delitto, certo. Ma anche una sorta di rivendicazione. Per riuscirci serviva un piano, una squadra e soprattutto una mente in grado di condurre i giochi da dietro le quinte: il Professore.

Professori, o presunti tali, a quanto pare nel Gran Consiglio ticinese ce ne sono decine. Questi, evidentemente, non sono gli ideologi dell’assalto alla Zecca di Spagna narrato nella ‘Casa de papel’. Sono invece i fautori della scuola di carta. Un costrutto talmente fragile in cui basta che soffi un certo vento – partito dal ‘Piano strategico’ dell’Aiti – per stravolgerlo. Deputati che, senza neanche scomodarsi troppo, hanno deciso che per potenziare l’insegnamento del tedesco a scuola serve un’ora settimanale già dalla prima media.

Ora, il fatto di voler concedere agli allievi la possibilità d’imparare meglio la lingua più parlata a livello nazionale è di per sé un obiettivo condivisibile. La questione quindi non sta nella sostanza, bensì nella forma. Forma che non riguarda neanche l’anticipo di un anno del tedesco. Ovvero: se ci fosse una discussione seria e globale sulla scuola ticinese, si potrebbe anche arrivare ad anticipare il tedesco alla prima media o perfino alle elementari. Ci sono modelli pedagogici alternativi che portano sin dalla prima classe entrambe le lingue nazionali. Lo si fa seguendo il virtuoso modello delle cosiddette ‘epoche linguistiche’, cioè alternando periodi di 3 o 4 settimane in cui gli allievi si immergono pienamente in una delle lingue seconde e in maniera interdisciplinare: il francese o il tedesco quale elemento culturale, con sguardi alle tradizioni e alla geografia delle altre regioni della Svizzera oppure a quelle dei Paesi confinanti. Ma non siamo lì.

Siamo per contro confrontati con una maggioranza parlamentare (Udc e Plr sempre dalla stessa parte, la Lega che va e viene) che da anni ha preso la scuola in ostaggio per quel che concerne il discorso sul superamento dei livelli. Una discussione bloccata in più occasioni con l’accusa rivolta al Decs di non aver saputo coinvolgere adeguatamente il mondo scolastico, addirittura di aver falsato certi rapporti per favorire le proprie tesi.

Invece per anticipare il tedesco in prima media, chi è stato coinvolto? Quanti esperti sono stati sentiti in audizione dalla commissione parlamentare ‘Formazione e cultura’? Stando a quanto dichiarato dalla presidente della commissione Daniela Pugno Ghirlanda, nessuno. Peccato. Anche perché in questo modo finisce per prendere piede l’ipotesi di un mero gesto nei confronti del mondo economico, casualmente a poche settimane dalle elezioni cantonali.

E pensare che nel "pacchetto" del rapporto di maggioranza era finita pure dentro l’iniziativa presentata da Paolo Pamini (Udc) sull’insegnamento bilingue nelle scuole private, poi ritirata in extremis. Per quale motivo è stata stralciata? A quanto pare, una questione di numeri (non sarebbe passata). In ciò avrebbe pesato parecchio lo "zampino" di Diego Erba, già direttore della Divisione della scuola, il quale, con il suo contributo pubblicato sulle colonne de laRegione il giorno stesso della votazione, sarebbe riuscito a frantumare il gruppo liberale-radicale. Gruppo parlamentare che altrimenti avrebbe probabilmente appoggiato, acritico e compatto, la proposta democentrista.

A proposito: fino a quando il binomio Speziali-Gianella intende continuare a farsi "menare per il naso" dall’Udc? Sigla.

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