laR+ IL COMMENTO

Ragazzini col cervello bucherellato come un pezzo d’Emmentaler

L’ignoranza può uccidere, lezioni sulla canapa, lo Xanax e la cocaina come si insegna educazione sessuale

In sintesi:
  • La canapa si porta via la vivacità di essere, di scommettere su se stessi, di affrontare con entusiasmo l'oggi e il domani, di sognare
  • Forse agire a monte, nelle scuole, con lezioni sulle sostanze, i loro effetti, anche cumulativi, sul mercato e la pubblicità, potrebbe salvare qualche vita
(Ti-Press)
11 novembre 2022
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È davvero un peccato. Ritrovarsi a 15 anni col cervello bucherellato come un pezzo di Emmentaler. Vuoti di memoria e difficoltà a concentrarsi sono i regali avvelenati di un consumo quotidiano (ma anche settimanale) di canapa. Ragazzini di 12, 13 anni che si rollano la canna di nascosto prima di entrare in classe o di dormire rischiano di trasformarsi in amebe deprivate di ogni desiderio, condannati a vegetare da un divano all’altro. La canapa si porta via la vivacità di essere, di scommettere su se stessi, di affrontare con entusiasmo l’oggi e il domani, di sognare. Li spegne. Un ragazzino che non si ricorda quasi nulla e non riesce a concentrarsi su un testo qualsiasi, quali voti avrà a scuola? Quali prospettive professionali?

Ne parliamo perché il consumo di erba è sempre più diffuso già alle medie e perché si sottovalutano pesantemente i danni su un cervello in via di sviluppo. Il rischio di dipendenza è doppio rispetto a un adulto. Inoltre, quel ragazzino che riuscisse a smettere, dovrà fare i conti con danni cognitivi irreversibili, come ci spiega uno dei massimi esperti elvetici in materia, il professor Boris Quednow. Ha fotografato il consumo di sostanze nei giovani a Zurigo. Scioccante, dice, quello che hanno trovato. Dalla moda del Makatussin, lo sciroppo codeinico mischiato con la gazzosa, siamo ormai passati ai festini con Xanax e potenti antidolorifici mischiati a oppioidi, cocaina e alcol. Cocaina per superare la timidezza, benzodiazepine per dormire, canapa per rilassarsi. Per ogni emozione (da accendere o spegnere) sembra esserci una sostanza e tanti rischi. Dal 2018, 30 ragazzini sono deceduti per arresto respiratorio in Svizzera a causa di questi cocktail micidiali e di molta ignoranza su cosa si ingurgita. Il punto è proprio questo: l’ignoranza. Ragazzi, genitori, docenti, siamo tutti ignoranti e disarmati.

Un altro esempio? Le fantasiose sigarette elettroniche che assomigliano a un evidenziatore e spopolano tra i giovanissimi: molto sexy e per nulla innocue. Quelle che contengono nicotina rendono i ragazzini più impulsivi e aumentano il rischio di dipendenza da altre sostanze. Un’epidemia che va fermata con decisione contrastando l’industria che coltiva nuovi clienti già sui banchi delle elementari. Mentre Berna la tira per le lunghe, 9 cantoni ne hanno vietato la vendita ai minori (e ci mancherebbe!). A fine maggio il Governo ticinese aveva proposto di equiparare le e-cig a quelle tradizionali: divieto di vendita e di fumo ai minori anche per quelle senza nicotina. Sono passati sei mesi e il tema non è ancora arrivato in Parlamento (è davanti alla Commissione sanità e sicurezza sociale). Intanto, Dipendenza svizzera rimarca che il 42% dei 14enni ha già fumato una sigaretta elettronica.

Siamo in ritardo per contenere coi divieti, abitudini che hanno già messo radici nelle menti dei giovanissimi. Forse agire a monte, nelle scuole, con lezioni sulle sostanze, i loro effetti, anche cumulativi, sul mercato e la pubblicità, potrebbe salvare qualche vita. Meglio se fatte da pari, da studenti di medicina o biologia, che gli adolescenti non sentono come un’autorità da sfidare. A volte in un gruppetto di amici basta uno che è informato, che ragiona, che non si piega a un mondo che vende squallido sballo, per non fare deragliare pure i coetanei.

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