Grandi aspettative a Lugano come a Bellinzona, ma le rose potranno ancora cambiare molto da qui a settembre, ed è difficile fare analisi attendibili
A causa delle riforme apportate negli ultimi decenni al sistema-calcio svizzero, le squadre sono diminuite, ma paradossalmente, dato che far cassa è vitale, è aumentato il numero di partite da giocare. Ciò obbliga ad anticipare parecchio la ripresa dei campionati – a metà luglio – quando i ricordi dell’ultima annata sono ancora troppo freschi per aver davvero già voglia di novità. Col fischio d’inizio fissato così presto, oltretutto, la pausa lunga è diventata quella invernale, durante la quale, per via del mercato, spesso le rose vengono stravolte e il rendimento di una compagine risulta assai diverso fra la prima e la seconda fase della stagione. Non sappiamo quanto a livello sportivo sia corretto, ma è ciò che passa il convento del football nazionale. I roster, ad ogni modo, potrebbero variare molto anche da qui all’inizio di settembre – data di chiusura del lunghissimo mercato estivo – specie se ci sono di mezzo le coppe, come nel caso del Lugano. Una positiva campagna nei preliminari continentali, infatti, potrebbe indurre qualche giocatore ancora indeciso a scegliere di rimanere per il resto della stagione. Ma potrebbe anche, in caso di prematura eliminazione, spingere altri ad abbandonare la nave quando il campionato è già in corso da un pezzo. Questo discorso vale però, quasi nella stessa misura, anche per i club non impegnati nelle coppe europee.
Date certe premesse risulta difficile, alla vigilia dell’inizio dei campionati, stilare pronostici o fare analisi troppo attendibili della situazione in cui si trovano Fc Lugano e Ac Bellinzona. Certo si può dire che attorno a entrambi ci sono grandi aspettative. I bianconeri, vincitori di una Coppa Svizzera forse nemmeno ipotizzabile un anno fa, dovranno confermare quanto mostrato in questi dodici mesi. E non sarà facile, innanzitutto perché Croci-Torti e i giocatori non potranno più contare sul fattore sorpresa: oggi tutti li conoscono e prenderanno adeguate contromisure. Inoltre la squadra ha perso elementi di spessore dentro e fuori dal campo – come Lovric, Lavanchy e Custodio – fondamentali per i recenti successi. Dal mercato sono giunti calciatori validi e in teoria capaci di far dimenticare i partenti, ad esempio Doumbia, Mai e Mahou. Come sempre, però, sarà il campo a certificare la bontà degli innesti. Le certezze risiedono in una società forte, in un tecnico preparato e benvoluto e nella conferma di due istituzioni come Bottani e Sabbatini. L’auspicio, invece, è recuperare presto gli infortunati, specie in difesa, il reparto più in emergenza.
Molte speranze aleggiano pure sul fronte granata: il Bellinzona, dieci anni dopo il fallimento targato Giulini, si riaffaccia finalmente nel calcio che conta. La promozione è giunta non solo per meriti propri – data la licenza negata al Breitenrain dominatore della Promotion League – ma è stata comunque guadagnata. Il torneo cadetto è duro, ma anche strano: spesso i favoriti falliscono, a beneficio degli outsider. Quest’anno poi la formula prevede più promozioni dirette, consentendo dunque di sognare anche a David Sesa e ai suoi uomini, specie se il mercato porterà altri elementi d’esperienza e affidabilità, sull’esempio di quanto fatto per assicurarsi Berardi e Tosetti.