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Autostrade e traffico indotto

Il 24 novembre saremo chiamati a esprimerci sull'espansione di numerosi tratti autostradali nella Svizzera interna. Oltre a essere un investimento miliardario mentre le finanze della confederazione sono già sofferenti, questo approccio tradizionale è da ritenere ormai superato, in quanto nullificato dal fenomeno del traffico indotto. All'allargamento di un tratto autostradale sussegue il flusso di nuovi utenti, tra chi prima sceglieva percorsi alternativi e chi usufruiva del trasporto pubblico, riportando quindi il traffico alla situazione originale. È quindi necessario un approccio inverso.
Con il potenziamento della rete del trasporto pubblico il fenomeno del traffico indotto si capovolge, rendendo treni e bus più convenienti per numerosi utenti della strada, portando sollievo alla rete autostradale. Nel nostro contesto il tram-treno nel Luganese, il recente accordo bilaterale con l'Italia e l'impiego di treni a due piani gioveranno sicuramente maggiormente alla diminuzione del traffico rispetto a progetti invasivi e inefficaci come il PoLuMe.
Negli argomenti del sì inoltre si sostiene come con questi interventi sarà possibile liberare le strade secondarie dal traffico parassitario, consentendo "di ampliare le vie pedonali e ciclabili e di sviluppare la rete dei trasporti pubblici". Anche qui si invertono erroneamente l'ordine degli eventi: è riorganizzando questi tratti stradali a favore del trasporto pubblico e della ciclomobilità che il traffico parassitario diminuirà.
Votando sì il 24 novembre, l'unica differenza riscontrabile sarà che rimarremo incolonnati in tre corsie invece che due. Votando no, manderemo un chiaro messaggio a favore di una visione della mobilità pubblica e privata che sia a beneficio di tutti gli utenti della strada, automobilisti compresi.