Vivo in una regione che per fortuna ha un lago, delle montagne e nel piccolo del mio comune, delle colline. Questi “ostacoli” naturali appaiono oggi come un’ancora di salvezza; se non ci fossero, in un ipotetico futuro, grazie alla visione di Ustra, la nostra regione sarebbe un corridoio d’asfalto. Il San Gottardo è la via più utilizzata per il transito di merci e persone; quindi le domande sorgono chiare: “Se incentiviamo gli automobilisti a muoversi su ruota diminuiamo il traffico? Dove finiranno la loro corsa?”. Povero Mendrisiotto!
A una serata pubblica è stato precisato che le code, potranno essere eliminate ampliando le strade. Questo funzionerà per poco tempo, poi delle nuove code si formeranno, ma niente paura! Ci sono i fondi per continuare a potenziare, ad asfaltare e così via!
I sostenitori dell’asfalto consigliano l’uso ponderato dei mezzi pubblici per non limitare le libertà personali. Ma di quale libertà stiamo parlando? Al giorno d’oggi è libero chi non è costretto a passare gran parte del suo tempo in coda. A Stabio la libertà di movimento su ruota è pari a un’ora d’aria di un carcere di massima sicurezza.
Avere una visione a favore del bene pubblico non vuol dire rinunciare alle libertà individuali, ma comporta dei “sacrifici”.
Il ruolo della politica è dare una direzione. Facile sostenere entrambe le cause, per poi promuoverne una in particolare: la strada.
I nostri giovani utilizzano i mezzi pubblici dimostrandosi molto meno pigri della nostra generazione e anche più furbi, sanno come spendere al meglio il loro tempo. Perché quindi “ingolosire” i nostri giovani con i progetti dettati da Ustra, invece di fare il possibile per permettere loro di continuare a viaggiare nella giusta direzione?
Il 24 novembre voterò contro il potenziamento delle strade nazionali e continuerò a manifestare contro il progetto PoLuMe.