Era quella di rendere palese all’opinione pubblica internazionale il lato più feroce del sionismo. Operazione riuscita in pieno, d'altronde non occorreva gran fiuto politico vista la gamma scalcinata dei governanti in carica e il loro spessore umanitario. La conferma viene dall’ultima operazione israeliana, un atto che puzza di disperazione politica e militare. Da dieci mesi si va avanti con attacchi e contrattacchi indiscriminati, ritorsioni, esecuzioni fuori dai confini di Stato. 40’000 morti palestinesi per vendicarne 1’000 israeliani, ben oltre la macabra logica del 10 a uno di stampo nazista. In mezzo due popoli in guerra da 76 anni, entrambi in cerca di un futuro vivibile e civile che vorrebbero condividere in barba ai tagliagole e a chi oggi occupa il Governo a Gerusalemme. Sarebbe anche l’ora di finirla, o no?