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Antisemitismo...

Aumentano un po’ ovunque gli atti di antisemitismo. L’allarme è generale. Preoccupa e indigna. L’ebreo additato come nemico: il passato più vergognoso è sempre presente.
Ma di antisemitismo si parla anche in modo strumentale, sminuendone così l’oggettiva gravità, come ha fatto il ministro della difesa (?) israeliano accusando di antisemitismo il segretario generale dell’Onu per avere definito “immorale” la terribile situazione in cui Israele ha precipitato la popolazione di Gaza.
Il termine “antisemita”, è inteso e usato nel senso di antiebraico, antigiudeo sin dal XIX secolo. Però se si parla di semiti, tali sono tutti i popoli di lingua semitica, in primo luogo ebrei e arabi.
E allora la tragedia peggiore che i semiti stanno subendo è quella che si consuma quotidianamente a Gaza. Sì, quella patita dai bambini, dalle donne e uomini palestinesi. Uccisi, feriti, mutilati a decine di migliaia. E a centinaia di migliaia costretti alla fame.
Quella che si combatte in Medio Oriente è una guerra fra semiti? Tale potrebbe essere chiamata: una guerra per il controllo di un territorio che per gli uni è atavica proprietà per divina disposizione, e per gli altri la terra dei genitori e dei nonni, e dei nonni dei nonni, dei nonni dei...
La situazione oggi dei palestinesi mi ricorda quella dei nativi del West nordamericano dell’800, combattuti, cacciati, chiusi in riserve, privati dei più elementari diritti dai colonizzatori, che si erano liberati dalla sudditanza britannica affermando che tutti gli uomini erano stati creati uguali, con gli stessi diritti alla Vita, alla Libertà e al perseguimento della Felicità.
E gli “indiani” (e gli schiavi neri)?
Si vede che loro non erano uomini, non erano stati creati, forse... c’erano già.