laR+ Lettere dei lettori

I miei complimenti signora Brigitte Beck!

Ho appreso recentemente che la signora Brigitte Beck, direttrice della Ruag, si è espressa pubblicamente per una riesportazione verso l'Ucraina delle armi da noi vendute ad alcuni Paesi europei, senza chiedere il consenso da parte del nostro governo, asserendo che non vedeva quali ritorsioni noi avremmo potuto prendere nei confronti dei Paesi che riesportavano in Ucraina queste armi senza il nostro consenso. Non vendiamo più a loro le nostre armi? Se si considera che i Russi in Ucraina bombardano indiscriminatamente case d'abitazione, ospedali, asili ed edifici all'esterno dei quali era stato scritto a lettere cubitali Bambini, non solo trovo ragionevole la proposta della signora Beck ma mi chiedo pure come mai parte dei nostri politici, ahimè Udc in testa, continuano con la storiella che la Svizzera è neutrale e non possiamo quindi permettere la riesportazione verso quel Paese delle armi da noi vendute a Paesi europei che sostengono l'Ucraina. È inutile voler giocare il ruolo degli angioletti mentre, se si fanno delle ricerche sul comportamento della Svizzera durante la seconda guerra mondiale, si scopre che abbiamo fornito armi a tutte le parti belligeranti e in particolare al Terzo Reich. Ammesso e concesso che se non avessimo agito in tal modo, per noi le cose si sarebbero messe male, molto male, non vedo perché continuiamo coll'ipocrisia della neutralità che ci impedisce di esportare/riesportare armi in Ucraina. Se a crepare sotto i missili o droni russi, che in parte, (soprattutto i droni comperati dall'Iran), potrebbero essere distrutti anche dalle "nostre" munizioni usate dalla contraerea ucraina, non fossero i bambini Ucraini ma i nostri, forse l'opinione dei sostenitori della nostra neutralità a oltranza muterebbe. Ma forse per troppi miei compatrioti vale di più il detto di Bertolt Brecht: Erst kommt das Fressen, dann kommt die Moral.
Noi siamo neutrali. Che ci importa se bambini Ucraini sono stati strappati dalle loro famiglie e dati in adozione a famiglie russe? La propaganda russa, che, come sappiamo è degna di fede, assicura che questi bambini sono contentissimi e orgogliosi di vivere ora nella grande madre Russia.