In risposta a L. Quadri in merito all'articolo "Ennesimo delirio climatista" apparso su il Mattinonline del 2.4.23. Signor Quadri! Potrei essere sua madre, nonna dei suoi figli, sicuramente non sono una vecchietta come a lei piace definire in modo denigratorio e svalorizzante me e le più di 2'000 socie della nostra associazione. Tanti anni di impegno politico (certamente con altre connotazioni del suo), lavoro associativo, professionale, personale fanno di noi un importante tassello tra coloro che si impegnano per la salvaguardia del clima, per misure più efficaci ed efficienti per la protezione di noi e delle generazioni future. Scudi di Greenpeace? Assolutamente No! Ma forse questa sua interpretazione corrisponde al suo modo di pensare, di manipolare e utilizzare fatti, eventi e persone per il proprio scopo. Con Greenpeace ci lega un obiettivo comune, un metterci assieme e sostenerci vicendevolmente. Ma davvero pensa che noi – donne con un ricco passato di impegni, lotte, esperienze professionali a livelli anche accademici – ci faremmo strumentalizzare? Che brutta e povera percezione ha di una fascia di popolazione che contribuisce laddove possibile a una continuità di valori quali la solidarietà, alla percezione di una Svizzera presente e attiva non solo nei limiti dei confini nazionali, alla difesa di diritti umani e fondamentali per noi e le generazioni che ci seguono. Signor Quadri: si prenda il tempo per approfondire e non solo agire in funzione di atteggiamenti rigidi, sterili e superati. E non strumentalizzi la nostra causa per legittimare la sua visione di una Svizzera egocentrica, incentrata su pseudovalori di appartenenza, su concetti stereotipati di libertà che – anche se spesso ancora usati – sono ormai molto antiquati. Noi non ci lasciamo usare, men che meno da lei!