La dabbenaggine della mamma di Cappuccetto Rosso è incommensurabile: proprio stupida una mamma che manda una figlioletta – trallallero là, là, là – da sola nel bosco, ben sapendo che vi s’aggira un feroce lupo!
Così non sono i contadini di montagna ticinesi. Da bravi pastori conoscono ogni singolo animale delle loro greggi, li distinguono per nome, gli vogliono bene, cercano di proteggerli. Vanno aiutati in questo loro compito? Certo che sì, ci mancherebbe!
Mi sorge però una domanda (non retorica) e sarei felice se qualcuno mi desse delle spiegazioni. Senza andare troppo lontano, per esempio dall’Abruzzo in giù, greggi di pecore (molto più grossi dei nostri) e lupi convivono dalla notte dei tempi. Qualche predazione di tanto in tanto ci sarà pure, ma mai si sente parlare di stragi come a casa nostra. Come mai? Accetto qualunque risposta, meno quella che è per via del terreno impervio di montagna: qualche volta al Sud ci sono stato!
Quest’anno uno dei temi più discussi è la siccità. Magari l’anno prossimo andrà meglio, ma il trend non lascia presagire niente di buono.
Quest’anno, da molte parti, mandrie e greggi pascolavano in territori inariditi. Sovente dovevano accontentarsi d’erba rinsecchita, anziché di quella bella fresca. In alcuni alpeggi s’è dovuto pompare acqua dal fondovalle per poterli caricare. Come si risolve il problema? Anche questa non è una domanda retorica: non lo so.
Lo sanno i politici?
Eh, quelli… I soliti furbetti hanno capito che a parlar male del lupo si fanno voti alla prossima tornata, a parlare della siccità e del domani si appare solo noiosi: troppo complicato e difficile!
Molti politici (non tutti per fortuna e lo spero) sono sicuri che di riffa o di raffa alla prossima Pasqua un qualche agnello o capretto lo rimedieranno nella macelleria sotto casa; da dove poi provengano e come siano stati allevati e uccisi, proprio non gliene può fregar di meno, così come gliene frega ben poco dell’agricoltura di montagna: l’importante è tirar su voti.
Che dir loro? In bocca al lupo!