Il Consiglio di Stato, dopo aver tergiversato a lungo, aveva dunque deciso di consentire l’abbattimento del lupo, autore della strage di una ventina di pecore a Cerentino, le cui carcasse sono state scaricate qualche giorno fa in Piazza Governo a Bellinzona. La decisione, invero, pare non sia stata unanime. Pare anzi che l’on. Bertoli si sia opposto, ligio alle indicazioni del suo partito, il quale, si sa, auspica che il predatore abbia piena libertà d’azione. Lo stesso Consiglio di Stato, dopo che i più fanatici difensori della belva hanno alzato la voce, ha fatto tuttavia un’ingloriosa marcia indietro. Chi l’ha provocata afferma che i lupi entrati in azione a Cerentino sarebbero almeno due, per cui sarebbe bene salvarli entrambi!
A chi la pensa diversamente, non resta che la possibilità di un’iniziativa popolare che riprenda i punti-cardine di una mozione presentata al Gran Consiglio del Canton Vallese. Purtroppo, a livello nazionale, un’iniziativa popolare può essere solo costituzionale, vale a dire che per sua natura può indicare solo dei princìpi generici; non una legge fatta e finita. Per metterli in pratica bisogna passare ancora dal Parlamento, notoriamente riottoso ad applicare decisioni non gradite alla maggioranza dei suoi membri. Fosse approvata da un’ampia maggioranza dei cittadini sarebbe però un mezzo di pressione fortissimo.
Germano Mattei ha fatto balenare l’ipotesi che, di fronte all’indifferenza delle autorità per le esigenze di sicurezza della popolazione, possa svilupparsi un bracconaggio in grande stile ai danni dell’animale-feticcio di verdi, verdastri e affini. Non è certo uno scenario da augurarsi, non foss’altro che per evitare noie a chi dovesse "macchiarsi" di un simile "delitto". Se però qualche allevatore, esasperato dal "menefreghismo" delle autorità, decidesse di fare piazza pulita della belva, si può scommettere che la condanna da parte dell’opinione pubblica sarebbe tutt’altro che unanime.