Ormai lo sappiamo tutti: la situazione sull’approvvigionamento dell’energia si fa sempre più precaria. Le nostre autorità federali lo ammettono. Temono di non aver più sufficiente corrente elettrica già nei prossimi due o tre anni, specie nella stagione invernale. Ora si aggiunge il disastro della guerra in Ucraina, che ci apre ancora una volta gli occhi proprio sul piano dell’approvvigionamento energetico. Ci rendiamo conto che non siamo più sicuri di poter contare sulla quantità d’energia che ci serve a prezzi ragionevoli. Queste considerazioni ci confermano che la strategia energetica 2050, accettata in votazione popolare nel 2017, non soddisfa per niente le attese. Anzi, si deve purtroppo già parlare di fallimento. Ricordo che l’Udc si era opposta a quel progetto, perché lo riteneva illusorio e non fattibile. La strategia energetica, è basata su principi che possono essere messi in pratica purtroppo solo in modo parziale e in ogni caso insufficiente. I fautori sostenevano per esempio l’equazione secondo cui l’energia mancante dalla chiusura delle centrali atomiche sarà sostituita dall’aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili. Ma nella campagna di voto nel 2017 non solo si sosteneva questa tesi, ma si è data persino la garanzia che questa visione era realizzabile. Che errore! La realtà si presenta in modo ben diverso. Il consumo di energia elettrica sale e rimane sempre alta la nostra dipendenza dall’estero, da dove siamo costretti a importare molta corrente elettrica, specie dalla Francia (nucleare) e dalla Germania (carbone). Nel frattempo abbiamo perso alcuni anni anche nel Cantone dei Grigioni per promuovere in modo convinto nuovi progetti nell’ambito della produzione di energia, siano essi basati sul potenziamento e miglioramento delle tecnologie attuali, o sull’adozione di tecnologie futuristiche e innovative. Anche nei Grigioni ci si è purtroppo accontentati di aspettare gli effetti illusori della strategia energetica.