È il 27 dicembre. Sono in un negozio del centro commerciale di Bioggio per degli acquisti. Poco prima di giungere alla cassa prendo dallo scaffale un deodorante per l’ambiente di circa 7 fr. e lo metto sul carrello davanti, in bella vista. Deposito in seguito sul nastro trasportatore ciò che sto per pagare. La cassiera e purtroppo nemmeno io, notiamo il deodorante, che dimentichiamo al suo posto. Il mio compagno, prima di riporlo con il resto della spesa (fr. 71,15) nella borsa, chiede se l’articolo sia stato “tippato”, visto che si trova ancora ben visibile sul carrello. Nessuna risposta. Quindi lo sistema con il resto della spesa.
A questo punto si scatena il finimondo. Sono una ladra e come tale vengo trattata. A nulla sono valse le mie spiegazioni e non delle giustificazioni per un atto deliberato di appropriazione indebita.
Sono una cliente da anni del negozio, ho pure una carta fedeltà, non sono più tanto giovane e non ho mai sottratto nulla a nessuno. Eppure questa piccola disattenzione, che può capitare a chiunque, mi è costata una multa salata, ma soprattutto una grande umiliazione e alcune notti pressoché insonni per me e il mio compagno, ma ovviamente alla zelante vigilessa che ha applicato il regolamento alla lettera non gliene può importare nulla, anzi, si sentirà tronfia per aver scovato una ladra e sarà stata lodata dai suoi superiori. Ho inoltre ricevuto l’interdizione a entrare nel negozio per 1 anno, ma stiano pur certi che non ci metterò mai più piede e restituirò al più presto la carta fedeltà. Cicerone disse: “La legge applicata alla lettera talora si rivela somma iniquità”.