Non siamo certo una società che si preoccupa delle generazioni future. Abbiamo inquinato e sfruttato le risorse naturali senza pensare ai problemi ambientali che avremmo lasciato in eredità e ora obblighiamo i giovani a vaccinarsi. Proprio loro che non hanno praticamente nulla da temere da questa malattia ma che avrebbero sicuramente degli scompensi molto gravi a vivere isolati, limitati nel loro diritto a stare assieme. Ragazzi e ragazze di 16 anni o poco più a cui è vietato andare all’allenamento perché la palestra è pubblica, non possono andare alla discofesta perché al chiuso, niente tifo alla Valascia o alla Resega… e per finire niente scuola, perché alle scuole universitarie professionali si accede solo con la vaccinazione. Qualcuno si preoccupa e vorrebbe resistere ma poi la paura di restare solo, isolato da quel gruppo così importante a quell’età, lo fa capitolare. Ecco quello che stiamo facendo ai nostri giovani. Il mondo è pieno di ingiustizie e i bambini in altre parti del mondo stanno molto peggio che da noi, ma non credo basti a giustificare questo comportamento. Il valore di una società lo si misura nella capacità di tutelare le sue componenti più deboli, ma noi non lo stiamo facendo. E pensare che un domani, quando saremo vecchi e fuori dal mercato del lavoro, questi giovani saranno il nostro sostegno. Dimostriamo di meritarlo questo sostegno, chiediamo ai politici di cambiare queste regole che li penalizzano così pesantemente.