Accanto ad esemplari testimonianze di giovani impegnati su diversi fronti (sport, politica, volontariato) si contrappongono altri che vivono un forte malessere. In una società come quella attuale dove l’apparire e la superficialità sono costantemente presenti, il disagio diventa sofferenza, confusione e porsi costantemente interrogativi sul senso della vita.
In particolare, gli adolescenti vivono un momento delicato caratterizzato da insicurezza, bisogno d’affermazione e soprattutto di riconoscimento. Essi spesso esprimono dolore, rabbia e chiusura in sé stessi. Incoraggiamento e sostegno sono fondamentali per coltivare e far crescere una sufficiente autostima in una società globale, frenetica e soprattutto esigente. Taluni giovani si ribellano a quei vincoli troppo stretti che chiedono molto in termini di risultati e competitività. Le aspettative sembrano forse cresciute troppo.
Dati ticinesi su cui riflettere:
36% dei giovani sciolgono il contratto di tirocinio
350 giovani ogni anno abbandonano il percorso formativo dopo la scuola media
+50% suicidi e tentati suicidi tra i giovani nel 2022
+50% condanne di minorenni dal 2000 al 2021
Sul territorio abbiamo enti pubblici e privati, persone impegnate senza riserve (anche nel proprio tempo libero) per offrire sostegno. Cercano in vari modi di affrontare le difficoltà vissute dai giovani e pensano metodi e regole alternative. Ma ancora non basta. Lo Stato deve avere un ruolo chiave per far lavorare in rete tutti gli attori e per cercare di rispondere meglio ai nuovi bisogni della società e delle stesse famiglie. Gli adulti necessitano nuove competenze utili a meglio comprendere le molteplici e variegate difficoltà incontrate dai giovani. L’origine del disagio è diversa per ogni persona e le risposte non possono essere univoche.