L’immigrazione avvantaggia principalmente gli immigrati, mentre la popolazione svizzera ne subisce le conseguenze: affitti sempre più costosi, traffico congestionato, degrado del paesaggio, un sistema sanitario sempre meno accessibile e una qualità della vita in declino. Anche la ‘Neue Zürcher Zeitung’ ha recentemente evidenziato questa situazione in un articolo intitolato ‘La battaglia per la coltivazione è persa da tempo’. Quando si tratta di sicurezza alimentare, la Confederazione continua a basarsi su dati demografici superati. L’Ufficio federale per lo sviluppo territoriale (Are) ragiona ancora su una popolazione di 8 milioni di abitanti, quando in realtà abbiamo già raggiunto i 9 milioni, e i 10 milioni sono dietro l’angolo.
L’obiettivo costituzionale di garantire l’approvvigionamento alimentare del Paese si allontana sempre di più a causa dell’immigrazione di massa. Da anni l’Udc sottolinea i molti effetti negativi della libera circolazione delle persone. Se altri Paesi dei Balcani verranno ammessi nell’Ue, come previsto, la Svizzera diventerà una meta ancora più ambita per i loro cittadini. A questo si aggiunge l’afflusso da Paesi terzi e un sistema d’asilo ormai fuori controllo.
Gli svantaggi di questa situazione non possono più essere ignorati. Politici, esperti, persino alcuni giornalisti ed Economiesuisse, oggi riconoscono che ci sono troppi immigrati, e che spesso non rispondono alle esigenze del Paese. Il Pil pro capite è stagnante da anni e il valore aggiunto per abitante è in calo. L’immigrazione di massa non è un motore economico, ma piuttosto un freno allo sviluppo. L’immigrato medio oggi riceve più di quanto restituisce allo Stato. La presunta carenza di manodopera qualificata si sta rivelando un circolo vizioso: più immigrati sono necessari per gestire i nuovi arrivati. Infatti, se necessitiamo di dottori dovremmo far venire medici, non ulteriori pazienti. Il nostro sistema sanitario, che offre da subito servizi completi agli immigrati, è sempre meno accessibile ai cittadini. Anche le scuole sono sotto pressione per l’afflusso di bambini difficili da integrare, mentre la fornitura di elettricità e acqua potabile per una popolazione in crescita diventa sempre più incerta.
L’Udc propone soluzioni concrete attraverso l’iniziativa popolare “No alla Svizzera dei 10 milioni” (iniziativa per la sostenibilità), che chiede uno sviluppo demografico sostenibile, evitando un’espansione incontrollata della popolazione. L’iniziativa stabilisce che la popolazione residente in Svizzera non debba superare i 10 milioni entro il 2050 e che, in caso di superamento, i trattati internazionali che favoriscono questo aumento demografico debbano essere rivisti o denunciati. Solo così sarà possibile mantenere la Svizzera un luogo in cui vivere bene.