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Una riforma senza garanzie future

(Ti-Press)

Nonostante si dica che le e i giovani attivi oggi avranno tutto il tempo per compensare la diminuzione del tasso di conversione accumulando più capitale, la tendenza attuale e le modifiche proposte in pseudo-riforme non lasciano presagire nulla di buono. I problemi di oggi saranno accentuati domani, soprattutto se riforme come quella della Lpp21, in votazione il prossimo 22 settembre, saranno approvate.

Nel concreto, il rischio è che le generazioni future saranno penalizzate per ben due volte. Innanzitutto, saranno chiamate fin da subito a pagare contributi maggiori a fronte di salari che ormai sono stagnanti. Di conseguenza si vedranno nell’immediato sgretolare tra le mani il proprio potere d’acquisto. E per cosa? Per ricevere domani rendite pensionistiche inferiori.

Infatti, la costante diminuzione del tasso di conversione sommata all’incessante volontà di una certa classe politica di aumentare l’età di pensionamento di uomini e donne, finiranno per obbligare i giovani lavoratori ad accedere sempre più tardi a rendite pensionistiche sempre più misere. Negli ultimi dieci anni, le casse pensioni hanno già ridotto i loro tassi di conversione del 20%. Oltretutto, la riforma non lega nemmeno le rendite all’inflazione, perciò, tra 20 anni le rendite del secondo pilastro avranno perso un buon quarto del loro valore attuale.

E non è finita qui, perché, in generale, ridurre le aliquote di conversione legali a medio termine causerà un peggioramento delle condizioni assicurative da parte delle assicurazioni private, che potranno in questo modo abbassare ulteriormente il tasso di conversione anche nei piani di copertura sovraobbligatori.

Insomma, a beneficiare di questa riforma non sono i giovani e nemmeno le donne, non sono i lavoratori a bassi salari, e non sono neppure gli over 50. Gli unici a beneficiare di questa riforma sono le casse pensioni e le compagnie assicurative che annualmente fatturano miliardi di franchi per gestire patrimoni e rendite pensionistiche in caduta libera. In attesa di una riforma che offra garanzie future e che intervenga concretamente sull’attuale sistema pensionistico votiamo No alla riforma della Lpp21.

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