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Una riforma della LPP inefficace per le donne

La riforma della LPP in votazione il prossimo 22 settembre non migliorerà le rendite per le donne. Le casse pensioni sono nate per mantenere il tenore di vita abituale in pensione, ma negli ultimi dieci anni le rendite del secondo pilastro sono diminuite. Oggi, i pensionati ricevono in media 300 franchi in meno al mese rispetto a quindici anni fa, nonostante un aumento delle contribuzioni salariali del 14%. Le casse pensioni, pur accumulando riserve di oltre 110 miliardi, continuano a offrire rendite sempre più basse a causa dei bassi tassi di interesse e dei tassi di conversione ridotti del 20% nell’ultimo decennio.

Il parlamento ha deciso una riforma che obbliga i lavoratori a pagare di più per ricevere rendite inferiori. La riduzione del tasso di conversione dal 6,8 al 6% comporterà perdite fino a 3’200 franchi all’anno per i lavoratori, colpendo soprattutto gli over 50 e la classe media. I giovani rischiano di vedere diminuire le loro future rendite nonostante un aumento delle contribuzioni. Le riforme richiederebbero ai salariati di versare 2,1 miliardi di franchi in più all’anno alle casse pensioni, con costi individuali che potrebbero raggiungere i 2’400 franchi annui.

Le compensazioni previste dalla riforma sono limitate e soggette a condizioni che molte donne non riusciranno a soddisfare, come il requisito di essere assicurate per quindici anni in una cassa pensioni. Questa riforma è insufficiente e iniqua, lasciando le donne senza miglioramenti concreti nelle loro pensioni. Le madri e le donne che lavorano part time non otterranno benefici, e le persone con lavori precari o multiple occupazioni continueranno a non essere coperte adeguatamente.

Nonostante le promesse di maggiori rendite con l’aumento dell’età pensionabile delle donne, la riforma in votazione il 22 settembre non le manterrà. La realtà è che le donne, specialmente quelle con redditi bassi, continueranno a dipendere dalle prestazioni complementari per vivere. Inoltre, il lavoro non retribuito di cura, che ricade principalmente sulle donne, non è riconosciuto dalle casse pensioni. Le misure proposte non affrontano il problema fondamentale della perdita di valore delle rendite a causa dell’inflazione, che ridurrà ancor più il potere d’acquisto delle pensioni del secondo pilastro di un quarto nei prossimi vent’anni.

Ricordiamoci dunque che la riforma della LPP non solo non migliorerà le rendite per le donne, ma aggraverà le disuguaglianze esistenti, costringendo tutti i lavoratori e tutte le lavoratrici a contribuire di più per ricevere meno, senza garantire un futuro pensionistico sicuro ed equo.

È necessaria una revisione più equa della politica delle casse pensioni per garantire un futuro sicuro ai pensionati svizzeri. Per questi motivi, votare ‘No’ alla revisione della LPP il 22 settembre è essenziale per proteggere gli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici e dei pensionati.