Gli insegnanti e le Associazioni legate alla scuola pubblica sono molto preoccupati per i tagli previsti nella scuola. Si tratta di tagli che tolgono aiuti allo studio, che reintroducono l’ingiusto numero chiuso nei corsi passerella, che rallentano l’assunzione di docenti di classe, che penalizzano il sostegno.
Per contenere la spesa pubblica, la maggioranza del Gran Consiglio ha deciso di rinunciare a sostituire il personale nella misura del 20%. In altre parole, i posti di lavoro che sono diventati vacanti per assenza del titolare o per la sua partenza verranno mantenuti solo nella misura dell’80%. Questa è una misura che farà molto male alla scuola pubblica, perché vuol dire che molte figure professionali saranno tagliate fuori dall’insegnamento. Come sarà l’impatto su allievi e allieve, sulle persone che hanno bisogno di queste figure?
Sempre per contenere la spesa pubblica, i docenti di terza e quarta media perderanno lo sgravio per l’attività di docenza. Nel Messaggio 7704 ai docenti di classe di terza e quarta media è stato proposto uno sgravio di due ore. Due ore dedicate principalmente a preparare molte attività di orientamento professionale. Ora, con questo preventivo, le ore di sgravio sono ridotte alla metà, cioè a una sola ora. Come si potranno mettere in atto gli obiettivi della formazione professionale che, come sappiamo, è stata delegata agli insegnanti di scuola media, se il tempo è ridotto alla metà?
Un altro colpo basso è stato la reintroduzione del numero chiuso al corso passerella del Liceo di Bellinzona. Il numero chiuso era stato abolito nel 2017 ed ora purtroppo questa misura sarà reintrodotta. Il corso passerella è concepito come un corso di formazione (e non unicamente di preparazione agli esami), offre 30 ore-lezione settimanali, e prevede molte verifiche formative che permettono agli studenti di capire a che punto si trovano, e ai docenti di essere il più possibile efficaci per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi. La preparazione dei giovani rappresenta una risorsa di grande importanza anche per lo stesso sviluppo economico. Gli apprendisti che decidono di sostenere prima la maturità professionale aggiungendo un anno al proprio tirocinio, e in seguito ancora un altro anno di corso passerella al Liceo di Bellinzona per poter accedere all’università, sono giovani determinati che hanno riconosciuto l’importanza della cultura e dello studio.
Inoltre, è stato abbandonato un bel progetto che prevedeva l’introduzione di docenti di lingua madre straniera per attività di codocenza o progetti speciali nell’ambito delle scuole professionali.
Ma i tagli non si fermano qui. C’è anche da considerare la soppressione dei percorsi Sss edili. Il Consiglio di Stato ha messo in atto una misura di risparmio che prevede la soppressione del percorso edile Sss, cioè il diploma di conduttore di lavori edili sarà sostituito da un esame professionale federale superiore. La preparazione all’esame diventa facoltativa (anche se consigliata). Quindi le formazioni a tempo pieno o parallele alla professione (corsi serali) non saranno più svolte.
Fra i tagli, dobbiamo purtroppo annoverare anche la diffusione della prevenzione contro gli abusi sessuali (tema importantissimo e di stretta attualità) e la conciliabilità fra lavoro e famiglia.
Di fronte a tutte queste riduzioni, a questi contenimenti della spesa, appare lampante che lo Stato sta mancando al suo compito verso la scuola pubblica. Se si pensa agli insegnanti che mancheranno, ai corsi sospesi o annullati, e ai progetti che avrebbero potuto essere realizzati, è chiaro che la nostra scuola pubblica sta perdendo colpi. Fino ad ora è sempre stata vincente, ha sempre offerto una buona formazione a tutti, ma si vede ora privata di risorse importanti e, se si continua di questo passo, altri interventi seguiranno abbassandone sempre più il livello. Sono 30’000 gli allievi che frequentano la scuola pubblica! Sono 30’000 le persone che in qualche modo saranno penalizzate da questa politica di risparmi irresponsabile. Il Gran Consiglio pensi bene a quello che sta facendo ai nostri giovani, perché le conseguenze di tagli irresponsabili sulla scuola si ripercuoteranno a livello economico condannando il Ticino a una condizione di eterna sudditanza.