E saranno in 17mila ad esserlo! Cittadini che vivono, consumano e spendono in Ticino e per le future rendite dei quali – qualora nel fine settimana dovesse prevalere un voto contrario alle misure di compensazione – non esiste un piano B poiché non sarà possibile riproporre interventi analoghi a quanto proposto in votazione mettendo altresì in gioco lo Stato stesso quale primo datore di lavoro del Cantone. E, va pure sottolineato, non solo di dipendenti cantonali si tratta, ma anche di impiegati e docenti di parecchi comuni, di operatori sociali o attivi in altri importanti e vitali ruoli delle nostre Comunità. La soluzione sottoposta al voto popolare inoltre è frutto di una negoziazione fra rappresentanti dei lavoratori e, per la parte rappresentante il datore di lavoro, una rappresentanza coinvolgente tutte, leggasi bene, tutte la sue sensibilità politiche. E per meglio contestualizzare va ricordato il messaggio del 2020 riguardante il finanziamento delle garanzie concesse dal parlamento nel 2012 dove era stato chiaramente detto che le misure di compensazione a seguito della diminuzione del tasso di conversione avrebbe seguito un iter separato. E così è stato, per cui è importante ribadire come le misure messe oggi in votazione popolare andranno a beneficio dei singoli affiliati e non della cassa nel suo insieme. E quanto sta facendo il nostro Cantone già è ben rodato in altre realtà, leggi a mo’ di esempio Argovia, Grigioni e Città di Zurigo. Mai va dimenticato come l’ente pubblico – ancorché buon datore di lavoro – sarà sempre più in concorrenza con altre realtà pubbliche e private per cui chi oggi fa una scelta professionale prende pure e ovviamente in considerazione le condizioni previdenziali che, a maggior ragione in ambito statale quindi, devono essere mantenute attrattive e in linea con concorrenti realtà. Un Presidente di partito, sempre su laRegione, ha riesumato in un suo recente e motivante contributo “Ferrari” e “Topolino” per spiegarne l’attuale realtà. Resto in saga assicurando che, fra i succitati 17’000 “legnabili”, di Zio Paperone non ne troverete comunque mai per cui un convinto ‘SÌ’ uscente dalle urne di domenica eviterà l’indebolimento strutturale della più importante cassa pensioni pubblica con relative, intuibili e pesanti conseguenze per un’intera Comunità.