Sette anni dopo il suo splendido discorso sulla “sovranità europea” tenutosi alla Sorbona, Emmanuel Macron si è riproposto, nel medesimo ateneo, il 25 aprile scorso, un mese e mezzo prima dell’elezione del Parlamento europeo, riguardante mezzo miliardo di cittadini. Questa elezione condizionerà profondamente l’avvenire del nostro continente, accerchiato da Cina, India, Russia, Stati Uniti e alcuni Stati arabi, tutti loro hanno il vantaggio d’essere autonomi e, chi più chi meno, “monoculturali” e prevalentemente liberticidi, mentre l’Europa è composta di decine di Stati che privilegiano ora il principio della separazione dei poteri ma che nel passato sono stati protagonisti di guerre disastrose. Perciò dopo la seconda guerra mondiale, sono nati il Consiglio d’Europa e l’Unione europea (inizialmente la CECA di 6 Stati) che festeggiamo il 5 rispettivamente il 9 maggio, senza dimenticare che ogni membro dell’Ue ha, purtroppo, diritto di veto sulle decisioni più importanti.
Macron ripropone una difesa europea credibile, schierata verso qualsiasi aggressione anche se il pacifismo dovrebbe prevalere ma deve essere bene comune mondiale. Il presidente francese sostiene che il nostro continente deve farsi rispettare, deve essere libero verso tutti gli altri, deve essere sovrano e solidale come lo è stato durante la pandemia Covid, aiutando, con decine di miliardi di euro, tutte le sue componenti. Nessuno Stato dichiara di volerne uscire, neppure quegli inquietanti partiti nazionalisti che potrebbero vincere le prossime elezioni (Le Pen) oppure che sono già al potere, come in Italia, Fratelli d’Italia di Meloni-La Russa e la Lega di Salvini, ma, nella concreta ipotesi di una loro vittoria il 9 giugno prossimo, riusciranno a minare l’Europa dall’interno delle sue istituzioni.
Macron ha lanciato un vero e proprio allarme affermando solennemente che la nostra Europa è mortale, che può morire, aggiungendo lucidamente che dipenderà dall’esito delle elezioni di giugno.
Gli attuali valori culturali e politici europei, rappresentati da istituzioni democratiche social-liberali, nel senso nobile del termine, sono in reale pericolo per l’inquietante crescita, in vari Stati europei, dei partiti populisti delle estreme sinistre e destre, propugnanti nazionalismi, oscurantismi, nutrendosi di fanatismi e di odio verso il prossimo.
Il presidente francese propone inoltre di gestire in modo equo le frontiere del continente, in particolare per quanto attiene all’immigrazione, alla criminalità e al terrorismo, dando maggiori competenze alle istituzioni dell’Ue, in particolare al parlamento che rappresenta fedelmente, visto il sistema d’elezione proporzionale, le varie sensibilità. Egli ha inoltre affrontato temi quali l’intelligenza artificiale, lo spazio, le fonti energetiche, proponendo delle modifiche ai trattati europei inserendo il principio della “preferenza europea”. Da ultimo ha espresso un forte auspicio affinché la politica commerciale europea sia realmente a difesa degli interessi degli Stati che la compongono, soprattutto nei confronti di Cina e Stati Uniti.
Ebbene sì, cari lettori, ognuno di noi ha il dovere di impegnarsi, anche fuori dall’Ue, nella difesa e nella promozione delle libertà fondamentali, della solidarietà, dell’umanesimo, fondamenta di un vero sistema democratico, nel solco e nel rispetto di quei valori riconquistati, pure con il sangue della Resistenza, alla fine della seconda guerra mondiale, contro ogni nazi-fascismo, contro ogni comunismo: in merito non si può rivendicare la neutralità!
La nostra Europa che ha le sue fondamenta nell’antica Grecia deve essere la garante sostanziale e formale della dignità di ognuno di noi, anche tramite le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo alla quale ogni Cittadino europeo può rivolgersi, qui dit mieux?
Un forte plauso va alle Autorità della Città di Locarno, la più aperta del Cantone, al suo nuovo sindaco Nicola Pini, per riproporre ai Cittadini la bandiera del Consiglio d’Europa, istituzione che raccoglie 46 Stati fra i quali la Svizzera, nato esattamente 75 anni or sono (5.5.1949), quale forte simbolo di unità, pace, solidarietà, libertà.
Auguri di cuore per i tuoi due compleanni, cara Europa, “force et courage!”.