la guerra in ucraina

Zelensky: la Russia vuole fermare il vertice di pace in Svizzera

Il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) non ha confermato l’esistenza di attività di disturbo da parte del Cremlino: solo lamentele da Mosca

Ignazio Cassis con Volodymyr Zelensky
(Keystone)

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato che la Russia si sta preparando a fermare il vertice globale sulla pace che si terrà in Svizzera a giugno. Lo riportano i media di Kiev.

"Abbiamo precise informazioni di intelligence, dati specifici secondo cui la Russia non solo vuole interrompere il vertice di pace ma ha anche un piano specifico su come farlo, come ridurre il numero dei paesi partecipanti, come agire per garantire che non ci sia pace ancora più a lungo", ha detto ieri Zelensky durante un incontro con i capi delle missioni estere e delle organizzazioni internazionali accreditate in Ucraina e quelli delle istituzioni diplomatiche ucraine all'estero.

Interpellato da Keystone-Ats, il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) non ha confermato l’esistenza di attività di disturbo da parte della Russia. Si è limitato a fare riferimento alle lamentele dei russi per non essere stati invitati alla conferenza prevista per metà giugno.

Allarme di Macron: Europa accerchiata, può morire

Un grido di riscossa contro il rischio che l'Europa muoia: a meno di due mesi dalle elezioni europee del 9 giugno, Emmanuel Macron invoca un sussulto collettivo per l'affermazione di un'Unione più forte, prospera e fedele a quegli stessi valori umanistici che l'hanno resa grande nel mondo. Un appello alla mobilitazione generale, quello del presidente francese eletto nel 2017 sulle note dell'Inno alla Gioia, per la definitiva uscita dall'ingenuità e l'avvento di una "Europa potenza", in grado di rispondere alle sfide del nuovo millennio, a cominciare da un necessario "cambio di passo" sulla difesa comune.


Keystone
Emmanuel Macron sul palco

A sette anni dal suo primo discorso per "un'Europa sovrana, unita e democratica" alla Sorbona, solo pochi mesi dopo la sua prima vittoria all'Eliseo, Macron è tornato nell'antica università parigina per tracciare un bilancio dei progressi realizzati finora (tra cui il piano di rilancio NextGenerationEU che ha introdotto per la prima volta una forma di mutualizzazione del debito al livello dei Ventisette) e definire gli orientamenti da lui auspicati per l'avvenire. Un intervento fiume durato quasi due ore.

"La nostra Europa è mortale, può morire", scongiurare questa prospettiva "dipende unicamente dalle nostre scelte, ma vanno fatte ora", ha ammonito il leader francese, descrivendo un'Unione "accerchiata" davanti alle potenze regionali e i venti di guerra tornati a soffiare sul Vecchio continente dopo l'aggressione russa in Ucraina. Dinanzi a questi scenari, ha avvertito, serve "un cambio di paradigma profondo, essenziale", con un programma strategico "credibile" sulla difesa. Macron è tornato a insistere sulla necessità di nuove forme di debito comune per investire nel settore militare, nonché l'introduzione di una "preferenza europea", una sorta di clausola ‘Made in Europe’ per lo spazio e della difesa. Il consolidamento della nostra industria difensiva "è una necessità", ha martellato, deplorando che oggi l'Europa continui ad acquistare l'80% del suo arsenale da potenze straniere tipo Usa o Corea del Sud.