Secondo Gambino, il razzismo non è alle nostre spalle come si sperava, ma continua a essere presente e lo sarà anche in futuro. Non ci sarà più un singolo episodio come lo sterminio nazista, ma ci saranno fatti quotidiani diffusi. Sono d’accordo con Gambino sul fatto che il razzismo ormai è un fenomeno che sarà sempre presente e non ci sarà nulla che lo potrà fermare, e più andiamo avanti e più sarà peggio, perché oggi ogni giorno si sentono fatti di razzismo in tutti i luoghi, per strada, nello sport e altro, e questo è molto grave. Il razzismo è causato oltre che dalle migrazioni di massa e dalla riapparizione delle identità collettive minori, dal consumismo. Il legame tra quest'impostazione e il razzismo sta nel senso di inutilità, di umiliazione, che segue la delusione per la mancata soddisfazione di un’aspettativa. Inoltre, posto che la capacità dell’individuo di godersi le cose materiali è limitata, quello che si indica con “consumare” viene a coincidere con un assillante tentativo di distinguersi e contrapporsi agli altri, con un possedere che acquista un valore e dà piacere solo se si ha più degli altri e, viceversa, a esclusione degli altri. Questo modello di vita consumista diventa una perenne gara, in cui le frustrazioni sono maggiori delle soddisfazioni. Poiché gli uomini non sono capaci né di sottrarsi a questa situazione né di sopportarla con rassegnazione, la loro unica via di uscita diventa l’aggressività e la violenza. Perché la società consumista è quindi disperata, e per gli uomini l’unica via d’uscita è questa.
La violenza viene sfogata dagli uomini sulle cose (come allo stadio, a un concerto) o su altre persone. Gli uomini cercano anche dove non esiste un diverso da combattere, umiliare e forse uccidere per sentirsi vivi, per sfuggire anche solo per un minuto al senso di vuoto interiore. Il pericolo che abbiamo davanti è immenso, e quindi gli strumenti per combatterlo devono essere di natura culturale e psicologica. Un primo mezzo è di evitare che gli episodi dove si manifestano questi fenomeni siano ingigantiti, perché in società come le nostre il fenomeno si rafforza, mentre il secondo mezzo è che il male umano può essere combattuto solo congiuntamente. Il modo in cui percepiamo le qualità degli altri non può avere un effetto sulle qualità che mostreranno. La nostra opinione sugli altri ha sempre qualche effetto. In tutte le relazioni umane è molto forte il potere dell’aspettativa. Il pregiudizio, dà una definizione dell’altro gruppo come inferiore e accompagna tale definizione con trattamento corrispondente, ma questo determina nei membri del gruppo esterno un nuovo comportamento che conferma e rafforza il giudizio di inferiorità. Le differenze umane sono cioè più ampie di quelle che possono essere espresse con il termine “razza”: non è possibile definire dei gruppi umani biologicamente differenti. Dall’etnocentrismo e dai pregiudizi che spesso offuscano la dignità di ogni essere umano e di ogni cultura: “Esiste una sola razza ed è quella umana”.