Leggo con interesse il fondo della Regione del 10 aprile, dove si evidenzia l’interesse del Direttore per la fantascienza, oltre che per la neurofisiologia. Guidare navicelle miniaturizzate nella testa dei deputati può però rivelarsi un esercizio difficoltoso, capace di portare il pilota a conclusioni affrettate. È questo il caso del tema dei globalisti, per cui si rende necessaria una lettura competente dei dati da poco diffusi da parte della Direzione delle contribuzioni. Potrà a tal fine essere di aiuto una più attenta analisi dell’Interrogazione “Globalisti in diminuzione, segnale preoccupante?” cui l’articolo fa riferimento. In questa sede, si espone chiaramente come i globalisti mostrino evidenti segni di disaffezione verso il nostro Cantone, tanto è vero che, fra il 2020 (ultimo anno del regime transitorio di imposizione) ed il 2022, il loro numero è calato di ben 129 unità. Purtroppo, contrariamente a quanto asserito da chi guida la navicella, una parte rilevante di queste persone non è passata al regime di tassazione ordinaria. Se ne è semplicemente andata verso altri cantoni o, ancor peggio, verso altri Paesi. In quest’ultimo caso, a rimetterci non sarà solo l’erario, ma pure l’Avs. È vero, nei due anni rilevanti per il nostro ragionamento le imposte cantonali e comunali sono aumentate, in conseguenza dell’introduzione di un’imposta sulla sostanza a carico dei globalisti. Tuttavia, questo dato si potrebbe rivelare illusorio. In assenza di una riforma delle aliquote, i globalisti continueranno infatti a lasciare il Ticino; di conseguenza, il gettito da loro generato non potrà che contrarsi. Ancor peggio, sappiamo che il fenomeno si allarga a tutti i grandi contribuenti, indifferentemente dal regime di tassazione. Il rischio connesso è ben evidenziato dal Centro di competenze tributarie della SUPSI, quando nota che nel nostro Cantone lo 0,5% dei contribuenti paga il 20% dell’imposta cantonale sul reddito, mentre l’1,2% contribuisce al 56% dell’imposta cantonale sulla sostanza.
Questi sono i dati oggettivi, questi sono i motivi per cui domandiamo al Consiglio di stato cosa intenda fare per mantenere sul territorio i grandi contribuenti, globalisti ma non solo, nella coscienza che la ragione delle loro partenze va individuata nell’aliquota massima su reddito e sostanza, fra le più alte in Svizzera.
Chiarito che i numeri sono assai preoccupanti e che in assenza di un intervento il rischio cui il Ticino si espone è elevato, non mi resta che rivolgere un amichevole consiglio a chi si avventura nell’ “Innerspace”. Per fare ritorno con soddisfazione dal viaggio, il pilota della navicella dovrà avere la disciplina di mirare alla ricerca della verità insita nei dati, abbandonando ogni avversione ideologica verso il tema trattato.