I deputati liberali radicali Maderni e Speziali interrogano l'Esecutivo dopo la pubblicazione dei dati del 2022, e il calo di 129 unità rispetto al 2020
“I globalisti in diminuzione rappresentano un segnale preoccupante?”. È questa la domanda – retorica, leggendo il testo e soprattutto tra le righe dello stesso – che il Plr si pone e ‘gira’ al Consiglio di Stato con un'interrogazione firmata da Cristina Maderni e Alessandro Speziali.
“Il 4 maggio 2023 la Divisione delle contribuzioni ha pubblicato l’evoluzione dei numero di globalisti e del relativo gettito negli anni 2018, 2020, 2022", ricordano in entrata Maderni e Speziali. I quali premettono che “a seguito delle modifiche legislative decise a livello federale ed entrate in vigore nel 2016, si è determinato un aumento del dispendio minimo a livello federale quale base imponibile ed è stata inoltre introdotta un’imposizione della sostanza a livello cantonale e comunale, secondo dei parametri individualmente decisi dai vari cantoni della Svizzera”.
Il fatto, però, riprendono i due deputati liberali radicali al Gran Consiglio, è che “gli addetti ai lavori segnalano da tempo il trasferimento all’estero o in altri cantoni non solo dei globalisti, ma anche e soprattutto di grandi contribuenti sottoposti a tassazione ordinaria, scoraggiati dagli elevati livelli dell’aliquota massima sia sui redditi che sulla sostanza, che sono tra i più alti della Svizzera. Questo – scrivono Maderni e Speziali – determina una perdita di entrate fiscali, di indotto per tutta l’economia cantonale e anche, nei casi di trasferimento all’estero, di premi AVS. Parliamo infatti di persone con disponibilità finanziarie assai rilevanti, la cui permanenza sul territorio è capace di portare beneficio all’intero sistema economico”.
Il direttore della Divisione delle contribuzioni del Dipartimento finanze ed economia Giordano Macchi “ha dichiarato che in questi anni si è comunque verificato un importante arrivo di nuovi globalisti nel cantone”. Ma le cose non starebbero così, dal momento che “dati alla mano, nel 2020 potevamo contare su 896 globalisti e nel 2022 su 767, con una diminuzione di ben 129 unità. Sembrerebbe dunque che il numero sia notevolmente diminuito. Una sensazione che è, peraltro, confermata sempre dagli addetti ai lavori”.
Certo, concedono i due interroganti, il gettito complessivo è aumentato da 157.8 a 183.5 milioni. Ma “l’aumento più importante va ricercato a livello di imposta federale, in quanto il dispendio minimo è stato aumentato a 400mila franchi”. Le imposte cantonali dal 2020 al 2022 “sono aumentate di 9 milioni, e quelle comunali di 7.2 milioni. Esiste dunque un aumento malgrado l’importante diminuzione di unità, aumento che potrebbe in primo luogo essere da ricondurre all’introduzione dell’imposta sulla sostanza”.
Però, tornando al nocciolo del discorso, “la diminuzione di 129 unità, al netto di arrivi e trasformazioni di tassazione da globale a ordinaria, indica un tendenza a lasciare il Ticino verso altri Cantoni o verso l’estero”. E quindi, al Consiglio di Stato viene chiesto “premesso che un motivo per le partenze in altri cantoni è senz’altro da individuare nell’aliquota massima su reddito e sostanza, che è tra le più alte della Svizzera, se intende intervenire a breve su questo punto già più volte e da più parti sollevato”.
Non solo. Maderni e Speziali chiedono al governo se “è confermata la tendenza, al netto di coloro che hanno trasformato la loro tassazione da globale a ordinaria, verso la partenza di grossi contribuenti indifferentemente dal regime di tassazione al quale sono soggetti”, “qual è la posizione del Consiglio di Stato sulle conseguenze di queste partenze” e se “non ritiene che questi contribuenti siano importanti per tutta l’economia cantonale in quanto generano indotto, in aggiunta al loro importante contributo al gettito fiscale e all’Avs”.