Ogni anno il Consiglio comunale è chiamato, con il preventivo, a fissare il moltiplicatore d’imposta. Forse la decisione di politica economica più importante a livello comunale, decisione che quest’anno a Gordola ha portato ad uno scontro tra visioni diametralmente opposte delle finanze comunali. La legge organica comunale (Loc) e relativi regolamenti di applicazione indicano chiaramente che la gestione finanziaria, e di conseguenza la fissazione del moltiplicatore d’imposta, sono retti dai principi della legalità, dell’equilibrio finanziario, della parsimonia, dell’economicità, della causalità, come anche dell’ammontare del capitale proprio. A Gordola il capitale proprio, a fine 2021, era di Chf 7’584’298 e, come indicato nel rapporto di maggioranza della Commissione della gestione, per l’anno 2022 si prevede un ulteriore avanzo di esercizio di circa Chf 700’000, portando il capitale ad oltre 8 milioni di franchi!! Una base solida, con cui guardare con fiducia agli importanti investimenti che attendono il Comune.
La maggioranza del legislativo ha però deciso, nonostante questo parametro e un contenuto deficit previsto facilmente assorbibile, di aumentare il moltiplicatore di ben 4 punti, portandolo all’88%. Un aumento di ben 4 punti percentuali di colpo, senza che vi sia oggi l’urgenza di procedere in questo modo e scostandosi così dalla politica di prudenza nelle scelte di gestione finanziaria, politica che è sempre stata portata avanti sinora. Scorrendo le motivazioni non si capisce poi perché proprio 88%, non si trova nessuna spiegazione finanziaria sul tema. Sarebbe potuto essere 87 o 89.
Lascia perplessi leggere che questo aumento servirebbe a programmare un rimborso dei prestiti, quando non ci sono prestiti in scadenza nel 2023 e quelli in scadenza nel 2024 hanno un importo che va dal milione e mezzo ai due milioni, importo molto lontano dalle maggiori imposte che i gordolesi saranno chiamati a pagare. Semmai vanno date priorità negli investimenti, senza voler fare tutto e subito e ricordando che anche gli investimenti nelle canalizzazioni e nell’acquedotto comportano un aumento dell’indebitamento.
Aumentare il carico finanziario in tempi attuali dove i costi della vita sono già aumentati e quando sono già state, e saranno anche in futuro, già aumentate le tasse causali (rifiuti, canalizzazioni ed acqua) non è né giustificato né una politica per le famiglie e il famoso ceto medio, tanto difeso a parole, ma tartassato con i fatti.
La gestione delle finanze richiede equilibrio e passi ponderati, che tengano conto del contesto economico generale e che solo in estrema ratio chiedano ai cittadini di pagare maggiori imposte.