I dibattiti

Bellinzona e la responsabilità delle decisioni

Nuovo quartiere officine: se approvata la variante di Pr, si dovrà compensare le nuove capacità rendendo inedificabili terreni che oggi lo sono

Felice Zanetti
(Ti-Press)

Nell’ottobre 2020 il Consiglio di Stato pubblicava il messaggio per l’acquisto dell’ampio sedime della Saleggina, destinato ad accogliere il nuovo ospedale regionale di Bellinzona. Nel messaggio si affermava testualmente che "secondo la loro proiezione (dei vertici Eoc) al 2046, la struttura necessiterebbe di 470-500 posti letto e una superficie compresa tra i 170’000 e i 200’000 metri quadrati". Difficile capire queste cifre visto che l’attuale pianificazione ospedaliera limita a 230 posti letto le capacità dell’ospedale di Bellinzona, oltretutto con una medicina che vede il progressivo riorientamento di molti interventi operatori dal settore stazionario a quello ambulatoriale.

Il numero di agosto 2022 della rivista ‘Il nostro paese’, pubblicata dalla Società ticinese per l’arte e la natura (Stan), riferisce che la candidatura del 2016 della Città di Bellinzona al Premio Wakker è stata nel frattempo stralciata. Ricordo che si tratta del prestigioso riconoscimento nazionale, promosso da Heimatschutz, il quale premia i Comuni che si impegnano nel favorire uno sviluppo dell’abitato e degli insediamenti, in linea con gli attuali orientamenti pianificatori. Quali le cause dell’esclusione? Secondo la Stan, "al di là dell’impegno su alcuni singoli progetti, è sembrata mancare una visione unitaria, una strategia a lungo termine capace di dare valore a tutto il progetto per la città".

Il 20 settembre finalmente una buona notizia: approvando il Piano di utilizzo cantonale del comparto di Valera a Mendrisio, il Gran Consiglio dà luce verde alla creazione di quello che sarà un nuovo polmone verde della regione, salvandolo dalla speculazione. È più recente invece l’ufficializzazione da parte del Consiglio federale dell’approvazione della revisione del piano direttore cantonale, ovvero dello strumento strategico destinato a orientare le trasformazioni territoriali in considerazione del suo sviluppo socioeconomico.

Notizia positiva? Sì ma con un grosso distinguo. L’incipit al comunicato stampa del governo federale è lapidario: "Le zone edificabili del Cantone Ticino sono più estese di quanto presumibilmente necessario in base alla crescita demografica stimata per i prossimi 15 anni. Per tale motivo, i Comuni ticinesi devono rivedere le proprie zone edificabili e, all’occorrenza, ridurle in occasione della revisione della pianificazione locale". Quale conseguenza, questo indirizzo federale potrebbe comportare per i Comuni la necessità di dover procedere al dezonamento di terreni attualmente edificabili.

C’è un filo logico che lega i fatti di cronaca appena citati? A mio modo di vedere la geometria variabile fatta di compromessi e contraddizioni che in Ticino caratterizza una scienza non esatta come la pianificazione del territorio. Terreni che vengono giustamente valorizzati, altri che vengono sacrificati sull’altare di un ipotetico e sovradimensionato bisogno e che rischia di scatenare nuove inopportune rivalità per l’attribuzione di mandati sanitari tra Sopra e Sottoceneri. Ma il problema generale è che la quantità di superficie edificabile ha il sopravvento sulla qualità dell’edificato e sul bisogno effettivo. Bellinzona vivrà prossimamente una nuova sfida: è di questi giorni la notizia riportata dalla stampa che è pronto per essere ufficializzato il messaggio sul futuro assetto del comparto Officine. In contrapposizione con le decisioni di Berna, nuovi importanti spazi saranno destinati all’edilizia residenziale perché così richiesto dalle Ffs. Se approvata la variante, la contropartita sarà quella di dover compensare le nuove capacità, rendendo inedificabili terreni che attualmente lo sono. Per i nostri politici sarà allora anche un esercizio di responsabilità e trasparenza: bisognerà dire a molti bellinzonesi che i loro terreni edificabili dovranno essere convertiti e sacrificati ad altri interessi. Ai politici spettano pure decisioni difficili: questa potrà essere una di quelle.