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Revisione dei valori di stima: una questione di equità

4 novembre 2022
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Al di là dei cosiddetti steccati ideologici non si può non essere d’accordo con la prospettata revisione generale dei valori di stima degli immobili che si avvicinino finalmente ai valori reali che, nel nostro Cantone, variano tantissimo a dipendenza della zona.
Si pensi a zone con valori immobiliari molto bassi come la Leventina, ad esempio, e a zone con valori immobiliari estremamente elevati, e quindi redditizi per i relativi proprietari, come avviene in alcune zone quali Collina d’Oro nel Luganese o in comuni limitrofi a Locarno e Ascona.
Volendo analizzare concretamente alcuni dati dei valori di stima non possono non colpire le differenze abissali riscontrate tra i valori indicati e i valori reali.
Mi spiego con un esempio: capita di vedere case in Collina d’Oro con valori di stima ufficiali relativamente modesti, ma che hanno un valore di mercato magari quasi 10 volte superiore. Oppure ancora, di converso, in zone meno fortunate, case con valori di stima ufficiali il cui valore effettivo è solo di due-tre volte circa quello di stima. Ebbene tali differenze non hanno ragione di esistere e portano a una disparità di trattamento fiscale urtante, penalizzando troppo chi vive in zone periferiche dal profilo della redditività immobiliare e premiando troppo chi invece vive in zone molto gettonate, sempre dal profilo immobiliare.
Ben venga quindi una revisione generale di stima che non solo sappia fare astrazione completa, per quanto possibile, da pressioni o altro, ma che stabilisca finalmente dei valori congrui e che, soprattutto, rispettino davvero un dividendo del valore di mercato, ad esempio un terzo.
Si avrà quindi una situazione di maggiore equità fiscale dove chi ha una casa di valore oggettivamente elevato pagherà di più. Il tutto a vantaggio invece di chi abita in zone meno pregiate, che ne trarrà dei vantaggi fiscali.
Il tutto si compenserà, ne sono certo, anche con un vantaggio per le finanze pubbliche nel senso che determinate zone, estremamente richieste dal profilo immobiliare, porteranno a maggiori introiti.
Temo tuttavia che le resistenze, già preannunciate dall’Udc, saranno forti e non saranno certo ispirate dalla volontà di proteggere il cosiddetto ceto medio.
In effetti il ceto medio, che riguarda tutto il Ticino e non solo le poche zone privilegiate sempre meno abitate da questa fascia di popolazione, non avrà che da guadagnare da una situazione di maggiore rispondenza dei valori immobiliari di stima rispetto a quelli di mercato.
Sarà una battaglia dura ma prepariamoci. E questo al di là delle barriere ideologiche che troppo si prestano a strumentalizzazioni di parte e non certo all’interesse della collettività.

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