La destra vorrebbe ‘neutralizzarli’, la sinistra no. Ma quali sono le implicazioni? Un approfondimento per capire meglio
Quali sono le ragioni che da un profilo fiscale privilegiano l’imposizione della sostanza immobiliare rispetto agli altri elementi della sostanza? I motivi non sono razionali, ma derivano da un’impostazione politica. In Svizzera abbiamo una valutazione della sostanza immobiliare che nella maggior parte dei Cantoni differisce, talvolta anche in modo significativo, dal valore venale. Vi sono dei Cantoni dove la valutazione non è molto lontana dal valore venale e altri dove essa è inferiore alla metà del valore venale. La medesima impostazione si trova anche a livello internazionale: ad esempio in Italia con il valore catastale e in Germania con l’Einheitswert che si situano ben al di sotto del valore di mercato. Bisogna quindi concludere che molto spesso per ragioni politiche la sostanza immobiliare è favorita rispetto a quella mobiliare. A questa regola non sfugge il Canton Ticino, dove oggi secondo un calcolo approssimativo il parco immobiliare ammonterebbe a circa 70 miliardi di franchi, quando nella realtà il valore venale è almeno il doppio.
Ai fini fiscali, le valutazioni degli immobili da parte dei Cantoni nell’ambito dei riparti intercantonali sono molto diverse tra loro. In alcuni Cantoni, come ad esempio Appenzello Esterno e San Gallo, il valore di stima cantonale è pari al valore venale; in altri Cantoni invece, come Basilea Campagna e Soletta, il valore di stima deve essere triplicato per essere equiparato al valore venale. Aggiungiamo che la tabella riportata nell’infografica qui sopra, contenuta nella circolare numero 22 della Conferenza svizzera delle imposte, deve essere considerata come un’indicazione di massima, poiché le realtà locali potrebbero anche divergere. Basti pensare al Canton Ticino, dove la tabella indica che il valore di stima deve essere aumentato di una volta e mezzo per raggiungere il valore di mercato, quando in realtà il valore venale è almeno il doppio.
Proprio perché il valore imponibile della sostanza immobiliare non si fonda sulla razionalità, ma su impostazioni politiche, ogni revisione, di regola, dà luogo a dibattiti, talvolta anche accesi, tra i partiti politici. Da un lato, vi sono coloro che sostengono che il valore imponibile della sostanza immobiliare debba essere analogo al valore commerciale al fine di conseguire un maggior gettito fiscale. Inoltre, il valore di mercato dell’immobile consente di avere un dato di riferimento oggettivo ai fini dell’applicazione delle legislazioni sociali. Questo perché l’intervento dello Stato attraverso sussidi e versamenti assistenziali tiene in considerazione non soltanto il reddito, ma anche una frazione della sostanza complessiva, e quindi anche della sostanza immobiliare. La scelta di fondarsi sul valore commerciale comporterebbe anche una contrazione delle prestazioni sociali da parte dello Stato. Da un altro lato c’è chi sostiene, invece, che l’aumento delle stime immobiliari debba essere neutralizzato sia sul fronte delle entrate, sia su quello delle uscite.
Il dibattito, di questi tempi, è entrato nel vivo proprio perché siamo nell’imminenza di una revisione generale delle stime che dovrebbe avvenire al più presto nel 2025. Le forze politiche hanno già preso posizione, da un profilo del principio, attraverso programmi di partito, atti parlamentari e un’iniziativa popolare costituzionale. È dunque opportuno, al fine di delineare con maggior precisione i termini del dibattito, citare analiticamente le intenzioni politiche che oggi sono sul tappeto.
Il Partito socialista (Ps) ha pubblicato il 16 settembre 2021 un programma partitico dal titolo ‘Un Ticino in cui vivere. Piano di rilancio per il Ticino 2030: inclusivo, sostenibile e accogliente’, dove tratta anche il tema dell’equilibrio finanziario e delle misure fiscali. Al fine di riequilibrare nel medio-lungo periodo le finanze del Cantone si propongono tre misure: l’aumento delle aliquote per l’imposizione dei grandi patrimoni e sui redditi più elevati delle persone fisiche, il ripristino del coefficiente cantonale d’imposta al 100% e la revisione delle stime immobiliari.
Non entriamo nel merito delle prime due proposte, che già hanno dato luogo a innumerevoli prese di posizione nel passato da parte di altre forze politiche. Per quanto attiene alle stime immobiliari, invece, ci sembra utile e rispettoso citare la presa di posizione del Ps: "Revisione delle stime immobiliari (2025). Entrata stimata: 100 milioni annui. Oggi il Ticino vive una situazione falsata nell’ambito delle stime immobiliari, la sua revisione al rialzo, già prevista per il 2025, potrà tranquillamente portare a un maggior introito economico". L’impostazione del Ps intende aumentare le stime immobiliari senza proporre misure di attenuazione. Quindi dall’aumento delle stime potrebbe derivare, sempre a giudizio del PS, un maggior gettito di 100 milioni di franchi.
Di parere opposto l’opinione contenuta nella prima mozione inoltrata dal granconsigliere Paolo Caroni e cofirmatari (Il Centro, Plr, Udc e Lega), del 19 settembre 2022, che chiede al Consiglio di Stato di esaminare la revisione generale delle stime immobiliari tenendo conto di tutte le conseguenze a essa connesse. Secondo i mozionanti deve essere valutato l’impatto sul gettito fiscale, la socialità e i tempi di attuazione, considerando la necessità di adeguare tutte le legislazioni che fanno riferimento ai valori di stima. Il punto focale della mozione è la richiesta della neutralità fiscale e sociale. A questo proposito è opportuno citare integralmente alcuni passaggi di questo atto parlamentare: "Il processo di revisione deve pertanto essere svolto in maniera accurata e articolata, tenendo conto di tutti gli ambiti di impatto di questi valori di stima: ambiti, questi, che andranno esaminati in dettaglio affinché sia garantito perlomeno il principio di neutralità. Anche il quadro legislativo di riferimento, così come la legislazione relativa agli ambiti specifici sui quali i valori di stima hanno un effetto, dovranno essere approfonditi e riesaminati […]. Si chiede quindi al Consiglio di Stato di fare in modo che questa revisione eviti qualsiasi ulteriore aggravio fiscale e qualsiasi riduzione in termini di prestazioni sociali per i cittadini, o che perlomeno risulti neutra".
Il 17 ottobre 2022, Caroni e cofirmatari (Il Centro, Plr, Udc e Lega) hanno inoltrato una seconda e più articolata mozione al Consiglio di Stato, che persegue le medesime finalità di quella precedente. Questo atto parlamentare esamina il quadro legislativo, le competenze decisionali per la revisione dei valori di stima, il principio di neutralità e le altre leggi cantonali, in particolare quelle di natura sociale, che hanno un legame con le stime immobiliari. Le richieste al Consiglio di Stato sono indicate nei seguenti punti conclusivi:
1. "Che venga applicata un’aliquota unica fissa massima dell’1,25 per mille ai fini dell’imposta sulla sostanza, prevedendo una deduzione sociale dalla sostanza netta: per i coniugi viventi in comunione domestica 600’000 franchi, per gli altri contribuenti 300’000 franchi, mantenendo inalterata la deduzione sociale per ogni figlio minorenne al cui sostentamento il contribuente provvede, di 30’000 franchi. Gli art. 48 e 49 della Lt (Legge tributaria, ndr) vengono adattati di conseguenza".
2. "Che l’aliquota dell’imposta minima cui all’art. 90 cpv. 1 Lt sia ridotta in modo inversamente proporzionale rispetto all’aumento del valore di stima ufficiale".
3. "Che le aliquote dell’imposta immobiliare di cui all’art. 98 lett. a) e lett. b) Lt siano ridotte in modo inversamente proporzionale rispetto all’aumento del valore di stima ufficiale".
4. "Che l’imposta immobiliare di cui all’art. 293 Lt sia ridotta in modo inversamente proporzionale rispetto all’aumento del valore di stima ufficiale".
Il 26 ottobre 2022 è stata pubblicata sul Foglio ufficiale l’iniziativa popolare costituzionale, i cui promotori sono i partiti Il Centro, Plr, Udc e Lega (con il granconsigliere Udc Paolo Pamini primo promotore). L’iniziativa propone di ancorare l’art. 34quater nella Costituzione cantonale ticinese, con un’indicazione del seguente tenore: "La revisione generale ricorrente dei valori di stima immobiliare non può comportare nel complesso un aumento automatico del gettito dei tributi pubblici, né una riduzione automatica delle prestazioni, degli aiuti e dei sussidi erogati nell’ambito del perseguimento degli obiettivi sociali".
Si osserva che l’iniziativa ha già raccolto un numero sufficiente di firme, per cui il popolo sarà chiamato a esprimersi prossimamente. L’obiettivo di conseguire la neutralità fiscale e sociale risulta chiaramente dalla norma proposta. Ci chiediamo se questo testo sia conforme o meno al principio di uguaglianza di cui all’art. 8 della Costituzione federale, poiché la neutralità viene garantita soltanto ai proprietari di sostanza immobiliare, escludendo i proprietari di sostanza mobiliare. In caso di accoglimento del testo da parte del popolo ticinese, trattandosi di una norma di rango costituzionale, questo interrogativo potrà essere sciolto soltanto dal Parlamento federale, unico organo competente per concedere la garanzia federale alle Costituzioni cantonali.
Le argomentazioni delle diverse forze politiche di cui sopra mettono in evidenza le profonde divergenze di principio connesse alla revisione generale delle stime immobiliari. Si annuncia, pertanto, un vivace dibattito politico che potrebbe anche differire di qualche anno la revisione annunciata per il 2025.