Avete voluto la parità? Accettate la stessa età di pensionamento degli uomini. In apparenza l’argomento tiene ma solo se non guardiamo la realtà: innanzitutto la parità salariale non è affatto raggiunta, inoltre le rendite medie non sono neppure lontanamente simili (per le donne sono inferiori di circa 30%). Aggiungo che tra gli/le over 65 in grande difficoltà (e si parla di povertà – anche in Svizzera) troviamo un gran numero di donne sole. Alcuni fattori predisponenti, responsabili di questa situazione saltano all’occhio.
La vera questione è: in caso di rinuncia totale (o parziale) al lavoro per occuparsi dei famigliari si arriva poi a percepire un reddito dignitoso in età matura? Ciò che si verifica è infatti un buco contributivo, considerati sia il primo che il secondo pilastro, tale da produrre solo una misera pensione. E non c’è proprio da spassarsela se mancano i risparmi (per esempio un terzo pilastro). Dopo una vita d’impegno, lavoro, cura dei famigliari troppe donne rischiano così di venir penalizzate, obbligate a lavorare un anno in più e oltretutto a rinunciare a 26’000 franchi di pensione annua.
Solo al pieno raggiungimento della parità (suddividendo equamente tra i sessi il lavoro non retribuito) allora sì... sarebbe immaginabile proporre l’età di pensionamento a 65 anni per tutti e tutte (anche meno!).
Equità di trattamento e parità: in tutto per tutto! È il momento di sostenere e premiare le donne per l’instancabile lavoro di cura (gratuito) che svolgono a favore della società: per noi, per le nostre mamme, figlie, sorelle e amiche, per sostenere tutte le famiglie votiamo decisi 2 x No alla ingiusta revisione dell’Avs!