LA REPLICA

Neutralità non significa ‘schierarsi col nemico’ (quale poi?)

Il Partito comunista replica al nostro editoriale nel quale lo si accusava di difendere la guerra di Putin. ‘Chiediamo il cessate il fuoco’

Il volantino della manifestazione indetta dal Pc lo scorso 19 febbraio

Nel suo editoriale di ieri su queste colonne, Lorenzo Erroi ha accusato il Partito comunista di "difendere l’intervento contro il regime di Kiev per smilitarizzarlo, denazificarlo e fermarne i massacri sui civili". Al distratto autore dell’articolo deve evidentemente essere sfuggita la risoluzione del Comitato centrale del Pc (peraltro inviata addirittura a due riprese alle redazioni ma – più o meno sorprendentemente – ignorata dalle stesse) in cui si chiarisce che esso "si oppone alla guerra come strumento per risolvere contenziosi internazionali e chiede l’immediato cessate il fuoco". In questo senso, abbiamo rilevato come "nell’interesse del nostro Paese e del popolo svizzero occorre attenersi al principio della neutralità senza farsi condizionare dagli interessi di Ue e Usa". Per questo motivo, abbiamo espresso la nostra opposizione all’adozione di sanzioni da parte della Svizzera nei confronti della Russia, puntualmente estese dal Consiglio federale.

Troviamo perciò sorprendente che l’editorialista consideri che rispettare la neutralità svizzera significhi "schierarsi con il nemico": al di là del fatto che a quanto ci risulta la Russia non abbia dichiarato guerra alla Confederazione (su quale base dovremmo pertanto considerarla il nemico non ci è chiaro), ci sembra che lo schieramento del nostro Paese sia avvenuto invece proprio con le recenti decisioni del governo federale. La ripresa delle sanzioni europee contro la Russia schiera in effetti la Svizzera a fianco di Ue e Nato nella loro intransigente posizione di chiusura al dialogo. Un allineamento assai poco consono alla tradizione diplomatica elvetica, che non fa altro che compromettere la reputazione dei nostri "buoni uffici" per la risoluzione dei contenziosi internazionali (che, senza farci illusione sul carattere predatorio del sistema capitalistico svizzero, ci rifiutiamo di considerare come "opportunismo lubrificato da certe formulette di basso marketing diplomatico").

Rassicuriamo dunque l’autore del fondo di ieri (ed il pubblico che dovesse aver nuovamente identificato nel Pc un covo di "fanatici", come siamo stati descritti in precedenza): non siamo affetti da "ammuffito antiamericanismo" e cerchiamo puntualmente di trarre dalla realtà e dalla storia le conclusioni per la nostra azione. Una realtà ed una storia che ci impongono di rifiutare la teoria della cosiddetta "equidistanza" che pone la Federazione Russa sullo stesso piano delle forze imperialiste guidate dagli Usa e dai suoi partner europei, che questa guerra l’hanno voluta e preparata. Adesso occorre dunque evidenziare anche la crescente ostilità dell’espansionismo della Nato nei confronti della Russia e le vessazioni perpetrate contro la popolazione del Donbass dopo il colpo di Stato del 2014 promosso dall’estrema destra ucraina, che ha goduto del sostegno anche del campo euro-atlantico: dimenticarsi questi antefatti impedisce infatti di comprendere i diversi interessi in gioco e di trovare una soluzione politica a favore della pace. Del resto, questo contesto ci impone di prendere atto del mutamento storico che sta vivendo il mondo in questi anni, segnato dal declino dell’unipolarismo atlantico e dall’affermarsi dei Paesi emergenti nel quadro di un mondo multipolare. Un nuovo assetto mondiale da cui la Svizzera non ha alcun interesse ad auto-escludersi, come il Consiglio federale sembra invece voler fare piegandosi agli interessi bellicisti di Usa e Ue.

Caro Togni, caro Partito comunista,

sarò anche distratto, ma non così tanto da ignorare la natura barcollante del vostro opporvi alla guerra (tra l’altro, andrà notato per i lettori che il virgolettato che citate in apertura sulla "denazificazione" viene proprio dalla vostra risoluzione, non sono parole mie). Chiedete il cessate il fuoco, ma dopo aver ampiamente giustificato le nefandezze di Mosca ed essere scesi in piazza per denunciare la "guerra contro la Russia" (sic). Continuate a scaricare la colpa del conflitto sulle spalle "delle forze imperialiste guidate dagli Usa e dai suoi partner europei, che questa guerra l’hanno voluta e preparata". Eppure le truppe che hanno invaso l’Ucraina – Paese libero come la sua scelta di aderire o meno ad alleanze militari – mi pare siano quelle russe (o mi sono distratto anche su questo?). Poi siete liberissimi di rovesciare la realtà e parlare di "un’operazione umanitaria a tutti gli effetti", come ho letto sul vostro portale sinistra.ch; e di continuare a mistificare proprio mentre i contingenti russi aumentano il livello della violenza e attaccano civili inermi. Potete anche aggrapparvi alla vostra interpretazione di comodo della neutralità, che peraltro vi mette nello stesso campo dell’estrema destra. Per quanto mi riguarda, continuerò a ritenere surreale e deprimente il vostro negare l’evidenza.

Lorenzo Erroi

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