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Sinistre, politica, elezioni

(Ti-Press)

Abbiamo letto con attenzione la disamina delle differenze Mps-Ps che Orazio Martinetti ha pubblicato su laRegione del 10 febbraio scorso. La sua presentazione coglie i punti essenziali; forse esagera quando ci attribuisce qualità (disciplina, centralismo, formazione) che, purtroppo forse, non riusciamo più ad avere con la stessa capacità di una volta (Martinetti, forse, è rimasto ai suoi ricordi di gioventù).

Vorremmo tuttavia mettere in luce almeno due aspetti sui quali non concordiamo.

Il primo è relativo all’affermazione che il nostro “avversario” (oltre al neoliberalismo e al capitalismo) sarebbe la socialdemocrazia. Pensiamo che questo modo di rappresentare l’orientamento politico dell’Mps non solo sia sbagliato, ma non corrisponda ai fatti concreti.

Che la nostra strategia sia diversa e radicalmente alternativa a quella del Ps è un dato di fatto: Martinetti, giustamente, mette in rilievo la logica profondamente diversa che muove la nostra azione politica (e lo ringraziamo poiché è forse uno dei primi commentatori che lo fa in modo così chiaro); ma, se proprio dobbiamo riflettere in termini di “avversari”, oseremmo dire che gli ultimi anni, perlomeno in Ticino, hanno visto il Ps mettersi di traverso di fronte alle iniziative politiche dell’Mps, quasi che, e qui spenderemmo proprio il termine utilizzato da Martinetti, l’Mps fosse l’“avversario” da bloccare, da combattere.

È stato grazie al Ps e al suo sostegno al controprogetto del governo (di cui era stata la forza politica ispiratrice) che l’iniziativa popolare dell’Mps contro il dumping è stata respinta di poco, cinque anni fa, bloccando di fatto qualsiasi misura incisiva contro il dumping salariale che nel frattempo progredisce quotidianamente.

Come dimenticare poi il sostegno attivo del Ps (e dei suoi esponenti a cominciare dal sindaco di Bellinzona) allo smantellamento dell’Officina di Bellinzona e il suo mancato sostegno all’iniziativa popolare che voleva salvarla?

La popolazione ticinese ha accolto per poco, di recente, la vergognosa legge sul pensionamento dei consiglieri di Stato. È grazie all’impegno del Ps (che di fatto ha condotto la campagna contro il referendum promosso dall’Mps) che questa scandalosa legge è stata approvata.

E per venire a pochi mesi fa: a Lugano è anche grazie al Pss e al suo sostegno che il Pse ha potuto imporsi, seppur di poco.

Ci ha poi visti “avversari” il sostegno del Pss alla riforma fiscale miliardaria a favore delle imprese (la Rffa), così come la campagna attiva del Pss a sostegno di Previdenza 2020 che prevedeva l’aumento dell’età Avs per le donne (il sottoscritto ha dovuto “confrontarsi” in diversi dibattiti pubblici con Marina Carobbio favorevole a questa proposta).

E quando siamo stati “uniti”, come in occasione del referendum sulla riforma fiscale cantonale del 2019, abbiamo perso (per poche centinaia di voti come si ricorderà) poiché proprio dal Ps (a cominciare dal suo consigliere di Stato, ma anche una parte del gruppo parlamentare) era arrivato un “fuoco amico” che ha “diviso la sinistra” e ci ha fatto perdere.

Non è quindi una supposta pregiudiziale ideologica che ci vede su campi “avversi”, ma il posizionamento diverso su questioni politiche concrete e, aggiungiamo, fondamentali quali la lotta al dumping, la politica fiscale, la politica sociale.

È possibile, come abbiamo già avuto modo di affermare, che su questi temi noi sbagliamo e il Ps abbia ragione: ma, è un dato di fatto che anche Martinetti conferma, bisogna prendere atto che siamo su posizioni radicalmente diverse e alle quali è necessario riconoscere legittimità (che non ci pare sia avvenuto in occasione della discussione e alla votazione sull’emendamento relativo ai livelli). Posizioni che, per finire, implicano i “valori” e il senso stesso dell’essere “a sinistra”.

Un secondo punto di dissenso riguarda la questione elettorale.

L’Mps, da ormai più di due decenni, seppur con denominazioni diverse, si presenta alle elezioni sia per il governo che per il Consiglio di Stato. Lo facciamo non “contro” qualcuno, ma a favore delle nostre proposte e dei nostri orientamenti.

E, francamente, non ci pare che a questa nostra presenza possa essere attribuito il declino elettorale, lento ma inesorabile, del Ps.

E, come giustamente sottolinea Martinetti, la nostra logica politica fondamentale, da questo punto di vista è governo/opposizione. Il Ps è (e lo rivendica con orgoglio e coerenza) una forza di governo: apparirebbe fuori luogo, incoerente e contraddittorio, che una forza di opposizione “sostenesse” una forza di governo: soprattutto se, come abbiamo cercato di chiarire con alcuni esempi (ve ne sarebbero molti altri…) le posizioni politiche concrete sui temi di fondo e l’azione del governo (compresi i rappresentanti del Ps) divergono profondamente.

L’anno prossimo il Ps, dopo un secolo, rischia di perdere il proprio seggio in Consiglio di Stato. Non a beneficio di un “borghese”, ma, verosimilmente, di un rappresentante dei Verdi, in grado di presentare candidati e candidate più forti di quelli sui quali, almeno allo stato attuale, sembra poter contare il Ps. Il nervosismo di questi giorni, i vari interventi, la stessa campagna de laRegione (della quale la ricostruzione fornita da Martinetti, seppur sul fondo corretta, è parte integrante) hanno a che fare con questa scadenza e, tutto sommato, poco a che vedere con il recente voto dell’Mps sulla questione dei livelli.

Questo possibile esito delle elezioni non dovrebbe preoccupare il Ps: l’alleanza rosso-verde non è forse, come ci si ripete sempre, una “grande famiglia” che “si completa” con i propri orientamenti, rendendo di fatto i suoi membri “interscambiabili” e “complementari”? E se uno perde (come è capitato in questi ultimi anni in diverse scadenze elettorali al Ps in diversi cantoni e a livello nazionale) non è, come ci è stato spiegato più volte, perché l’altra parte dell’alleanza (i Verdi in molti casi) ha vinto? Non dovrebbe quindi esserci problema. Certo, conosciamo la narrazione sulla possibilità di “raddoppiare”; ma ci pare una narrazione che, come sempre, può avere carattere di verosimiglianza, ma non corrisponde alla realtà.