I dibattiti

Bassa Leventina, meglio protagonisti che spettatori

Verso la votazione consultiva: ‘La certezza del futuro non l’ha nessuno, ma il domani lo si può ipotizzare e costruire assieme’

Donatello Poggi
(Ti-Press)

Il progetto aggregativo della Bassa Leventina (il nome ‘Sassi Grossi’ proprio non mi garba, sebbene mio nonno fu uno dei tre scalpellini rifinitori del monumento in questione) messo in consultazione popolare il 13 febbraio 2022 ‘ha tenuto’ la sua ultima serata informativa pubblica poche sere fa con una buona partecipazione. Ribadisco quanto detto nella serata informativa alla popolazione di Giornico, e cioè che all’inizio ero parecchio scettico, a causa del forte ritardo col quale l’aggregazione veniva sottoposta ai cittadini dei quattro Comuni (qualche treno l’abbiamo perso di sicuro) ma che il fatto di unire le forze, soprattutto in prospettiva futura per ciò che riguarda la progettualità e una maggior forza contrattuale verso Bellinzona, era ed è l’unica strada da percorrere a mio ravveduto parere.

Ci sono criticità, dubbi, incertezze legittime, ma pretendere che uno studio aggregativo dia garanzie e certezze per il futuro non è pensabile e nemmeno corretto. La certezza del futuro non l’ha nessuno, ma il domani lo si può ipotizzare e costruire assieme poiché è sempre meglio essere protagonisti del proprio futuro, anche sbagliando, piuttosto che essere semplici spettatori. Questo è il vero punto forte sul quale poggia l’eventuale consenso all’aggregazione; non le cifre troppe volte asettiche, non la promessa di posti di lavoro che poi magari non vengono mantenute, non il far vedere tutto ‘rose e fiori’. Ma è la consapevolezza che il mondo attorno a noi sta cambiando, che da soli non si va da nessuna parte e, soprattutto, che dobbiamo pensare alle generazioni future, in un contesto socioeconomico sempre più difficile e dove le periferie vengo sempre più dimenticate; questo sì.

Il Cantone è stato parecchio latitante con la Bassa Leventina negli ultimi 15/20 anni? Certo, e l’ex sindaco di Personico, Ambrogio Bontadelli, su questo ha perfettamente ragione ed è inutile girarci attorno, caro Governo. Questo non significa che non si debbano unire le forze proprio per avere una maggior forza contrattuale verso Bellinzona e rivendicare il giusto, senza se e senza ma, lasciando finalmente perdere le casacche partitiche (qualcuno in sala l’ha ricordato nella serata informativa per Giornico) che in questi ultimi anni non hanno prodotto molto, tornando proprio all’intervento di Bontadelli, con il quale concordo. Poi, che ci siano i contrari a questa aggregazione ci sta: non li vedo però molto lungimiranti.

D’altronde è anche vero, come ha scritto recentemente qualcuno, che ci sono anche i deputati in Gran Consiglio che devono portare avanti, e se necessario con grinta, le rivendicazioni di una regione che rappresentano. Li sentiamo poco...

Termino questo mio scritto con delle cifre che dovrebbero aprire gli occhi a chi ancora è indeciso sulla necessità di questa aggregazione. Sono nato a Giornico il 7 aprile 1956 e ci ho vissuto fino al 1985: Giornico contava allora circa 1’400 abitanti e aveva una decina fra ristoranti, bar e grotti. Nella Bassa Leventina c’erano quattro società sportive di calcio. Sono tornato a Giornico nel 2016 dopo avere vissuto trent’anni a Biasca: il mio Comune conta oggi 830 abitanti, per fortuna c’è ancora un bar/ristorante in centro paese aperto tutto l’anno e tutta la settimana e di squadre di calcio, nella Bassa Leventina, ne è rimasta una sola, il Fc Bodio. A questo punto la mia conclusione non può che essere una sola, anche nella veste di municipale eletto: unire le forze per avere più peso politico, le collaborazioni non basteranno più!

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