Lo scontro tra pro-vax da una parte e no-vax dall’altra, si sta facendo sempre più aggressivo. Un dialogo fra sordi, in cui le emozioni hanno quasi sempre il sopravvento. Una dinamica che deve preoccupare: la spaccatura della società rischia di ritorcersi contro tutti, pro e no-vax che siano, anche nel lungo termine.
Partiamo da una considerazione: la pandemia, che da ormai un anno e mezzo decide il ritmo della nostra vita sociale, non è un’invenzione. I contagi stanno di nuovo aumentando, i reparti di cura intensiva sono al limite, le operazioni e cure non urgenti vengono posticipate. Da inizio pandemia in Ticino abbiamo pianto un migliaio di vittime, molte di più sono le persone che hanno sofferto e ancora soffrono la malattia e le sue conseguenze. È nell’interesse di tutti frenare il dilagarsi incontrollato del virus. Ci sono tre modi per farlo: isolarsi, vaccinarsi o testarsi. L’isolamento non è una buona soluzione, perché i suoi costi sono enormi, sia in termini sociali che in termini economici. Rimangono dunque i vaccini e i test frequenti. Nessun metodo promette la sicurezza totale - un vaccinato può ammalarsi ed essere contagioso e i test hanno un margine d’errore non indifferente - ma sia i vaccini che i test diminuiscono in maniera importante la probabilità di un contagio, e quindi del pericolo che il virus si propaghi troppo velocemente. I vaccini riducono inoltre la probabilità di decorsi gravi, come dimostrano i dati relativi alle ospedalizzazioni.
Sono profondamente convinta che la libertà di scelta debba essere garantita ad ognuno, ma tenendo presente che oltre alla libertà individuale ognuno ha anche una responsabilità collettiva e quindi un dovere di fare la propria parte per mantenere la pandemia ad una velocità che il nostro sistema sanitario sia in grado di assorbire. La libertà sta nello scegliere “come” proteggere sé stesso e gli altri, non nel “se”.
Per evitare di fomentare ancor più la spaccatura sociale, sarebbe probabilmente buona cosa abbandonare i tentativi di convincere la controfazione: le opinioni sono largamente fatte, ogni discussione tra sordi non farà che ingrandire l’incomprensione e la diffidenza reciproca. Meglio ora concentrare le energie su quanto è necessario fare per frenare la pandemia nel corto termine, nel rispetto delle convinzioni altrui per quanto irrazionali ci sembrino. Ognuno protegga come meglio crede, a condizione che lo faccia: chi non vuole vaccinarsi si testi regolarmente, chi non vuole testarsi si isoli.
Quando avremo finalmente imparato a convivere con il virus, dovremo prenderci il tempo per ripensare la nostra società in chiave più sostenibile, perché solo frenando il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità potremo evitare il ripetersi dell’incubo di pandemie. Dovremo però anche investire tanta energia per curare la ferita sociale: faremmo bene ad impegnarci oggi a non renderla ancora più profonda di quanto già sia.